Festival 2007 / Concerti e Progetti

moye - d'errico - geerken - lugo

LUGO/D’ERRICO/MOYE/GEERKEN The Gray Goose
Dedicated to Hanns Eisler and Bertold Brecht

Claudio Lugo (sax soprano ricurvo, clarinetto, laptop, voce)
Francesco D’Errico (pianoforte)
Famoudou Don Moye (batteria, percussioni, voce)
Hartmut Geerken (recitazione, voce, roll piano, stylophono, percussioni, zummarah)

L’apertura del Festival 2007 è l’anteprima assoluta di una produzione di Itinera, l’etichetta discografica di Pomigliano Jazz. “The Gray Goose” è un omaggio al “Songs Book” firmato da Hanns Eisler e Bertold Brecht, un progetto nato da un’idea di Francesco D’Errico e Claudio Lugo, completato dal contributo dei due amici Don Moye e Hartmut Geerken, poeta, scrittore, performer e musicista tedesco, nonché grande estimatore di Eisler.
Basata su un’identica visione filosofica e politica, la lunga e strettissima collaborazione tra Brecht ed Eisler – meno nota ma di certo non meno interessante di quella tra Brecht e Kurt Weill – ha dato vita ad alcune delle opere drammatiche essenziali del ventesimo secolo ed a numerosi lieder.
ll quartetto assemblato da Itinera lavora ad un intreccio fittissimo e quanto mai affascinante di sonorità. Al pianoforte di D’Errico ed al sax soprano ricurvo di Lugo – impegnato anche a creare background sonori con il laptop – si uniscono il drumming funambolico di Moye e la voce sicura di Geerken che recita (spesso quasi canta) i testi di Brecht, accompagnandosi con oggetti musicali e strumenti atipici raccolti nei suoi numerosi viaggi. I temi di Eisler si trasformano in materiale sul quale il quartetto improvvisa climi e colori sempre cangianti, rispettosi dell’originale eppure mai didascalici. I testi brechtiani, sensibili agli argomenti di denuncia sociale cari ai movimenti rivoluzionari della prima metà del Novecento (sfruttamento del lavoro, cinismo del capitalismo nascente, corruzione dei governi), guidano il gruppo verso una dimensione di teatro sonoro che, pur accogliendo filologicamente le istanze del cabaret espressionista degli anni ’20 e ’30, le filtra e le rilancia attraverso l’esperienza delle avanguardie del jazz radicale e della musica improvvisata degli ultimi decenni. Oltre alle riletture dei brani di Eisler, il progetto include arrangiamenti originali per testi di Brecht ed una poesia di Geerken per Eisler musicata da D’Errico.

Giorgio Gaslini

Giorgio GASLINI Chamber Trio

Giorgio Gaslini (pianoforte)
Roberto Bonati (contrabbasso)
Roberto Dani (batteria e percussioni)

Il Chamber Trio nasce da una lunga collaborazione artistica all’interno dell’orchestra e dei gruppi di Giorgio Gaslini. Il pianista e compositore milanese ha svolto un ruolo decisivo nella sprovincializzazione del jazz italiano, collaborando con jazzmen del calibro di Gato Barbieri, Anthony Braxton, Don Cherry e Steve Lacy e portando i propri gruppi italiani in decine di Paesi. La sua intensa attività concertistica si è svolta non solo nei maggiori teatri e festival ma anche in scuole, università, fabbriche e dospedali psichiatrici, svolgendo un’importante azione di proselitismo ed educazione del pubblico.
Didatta appassionato e fedele alla sua idea di “musica totale”, ha integrato i metodi del jazz a quelli della musica classica e contemporanea; la sua produzione spazia dalle sinfonie all’opera, alla musica sacra. E’ stato attivo anche nel campo della musica per il cinema, con oltre 40 colonne sonore tra cui la celebre musica per il film “La notte” di Michelangelo Antonioni. Nella sua vasta produzione discografica spiccano le originali riletture in piano solo della musica di personaggi del jazz di “rottura” degli anni ’60 del Novecento come Albert Ayler e Sun Ra, in cui il freejazz incontra la tradizione europea, da Bach alle avanguardie storiche. Tra gli allievi dei suoi corsi e tra i musicisti cui Gaslini ha dato visibilità nei suoi gruppi, troviamo la maggior parte di quelli che hanno giocato un ruolo importante nel jazz italiano degli ultimi 40 anni. Questa tradizione è pienamente confermata dal Chamber Trio, dato che il bassista Roberto Bonati e il batterista Roberto Dani, tra i più apprezzati solisti della scena italiana, vedono le loro straordinarie qualità perfettamente valorizzate nella formazione.
Al Pomigliano Jazz Festival 2007, il Chamber Trio presenta un programma incentrato su composizioni di Gaslini e di altri autori contemporanei – Carla Bley, Ornette Coleman, The Doors, Gabriel Fauré – ricreate attraverso il pulsante lavoro estemporaneo dei tre interpreti.

Roberto Fonseca

Buena Vista Social Club New Generation
Roberto FONSECA Zamazu

Roberto Fonseca (pianoforte, tastiere)
Javier Zalba (clarinetto, flauto, sassofoni)
Omar Gonzalez (basso)
Emilio del Monte (percussioni)
Ramsés Rodriguez (batteria)

Una bombetta nera stile inglese indossata elegantemente e con cura da un giovane e distinto ragazzo de lâ?? Havana. Sembrerebbe la sceneggiatura di un film o di un romanzo; non è così. Si tratta invece della copertina di “Zamazu”, il quarto disco di Roberto Fonseca. Il giovane pianista, arrangiatore e compositore cubano (appena 32 anni), scoperto da Ibrahim Ferrer, rappresenta la nuova generazione del Buena Vista Social Club. La sua precoce carriera ha subito fatto notizia in tutta Cuba dopo l’incontro con Rubén Gonzàlez, Omara Portuondo, Cachaì­to Lòpez, Guajiro Mirabal, Manuel Galbàn. Nel 2001 viene invitato a sostituire proprio Gonzàlez nell’Orchestra di Ibrahim Ferrer in più di quattrocento concerti in Europa, Asia, Australia e nelle americhe. Al Tokyo Jazz Festival del 2002 divide il palco con Herbie Hancock, Wayne Shorter e Mike Brecker e il suo talento viene consacrato da tutte le riviste internazionali di jazz e world music.
Tra i suoi innumerevoli estimatori vi sono Chucho Valdes, Carlinhos Brown, Vicente Amigo e lo stesso Hancock. Un grande talento pianistico impregnato della musica delle sue radici e affascinato da quella della sua intelligenza creativa. Zamazu, il nuovo progetto discografico prodotto dall’etichetta Enja – che segue i precedenti “En el Comienzo”, “No Limit” ed “Elengo” – è il disco della ambivalenza artistica del talentuoso pianista. Gli echi del Buena Vista si fondono con lo spirito jazz. Il colore della tradizione cubana incontra le geometrie armoniche delle improvvisazioni jazzistiche. Al Pomigliano Jazz Festival, Roberto Fonseca, accompagnato da Omar Gonzalez al basso, Javier Zalba ai fiati, Ramsés Rodriguez alla batteria ed Emilio del Monte alle percussioni, presenterà il suo ultimo disco “Zamazu”, oltre a perle della sconfinata tradizione cubana in chiave jazz.

el negro _ hernandez Roy Hargrove

 

 

 

 

 

 

H+H “A Night in Tunisia”
Horacio “El Negro” HERNANDEZ Italuba Quartet
i fiati della PMJO Parco della Musica Jazz Orchestra
Roy HARGROVE quintet

Horacio “el Negro” Hernandez (batteria e percussioni); Amik Guerra (tromba); Ivan Bridon (pianoforte); Daniel Martinez (basso elettrico)

Elvio Ghigliordini (sax baritono, clarinetto, flauto); Paolo Recchia e Gianni Oddi (sax contralto e soprano, clarinetti, flauti); Marco Conti e Gianni Savelli (sax tenore); Mario Corvini, Luca Giustozzi, Roberto Pecorelli e Massimo Pirone (tromboni, euphonium, tube); Giancarlo Ciminelli, Fernando Brusco, Claudio Corvini e Aldo Bassi (trombe, filicorni)

Roy Hargrove (tromba); Justin Robinson (sassofoni, flauto); Gerald Clayton (pianoforte); Danton Boller (basso elettrico); Montez Coleman (batteria)

Dizzy Gillespie è stata una delle figure chiave nella rivoluzione del be-bop degli anni Quaranta. A lui si devono capolavori come “Anthropology”, “Groovin’ High”, “Woody n’ You”, “Salt Peanuts” e la celeberrima “A Night in Tunisia”. Proprio quest’ultimo brano dà il titolo al progetto che il batterista cubano Horacio “El Negro” Hernandez e il trombettista texano Roy Hargrove presentano in esclusiva al Pomigliano Jazz Festival 2007. I due musicisti – entrambi con alle spalle frequentazioni dell’Orchestra di Gillespie e un Grammy Award vinto nel 1997 con l’album “Habana” – coadiuvati dalle rispettive band e dalla sezione dei fiati della PMJO – Parco della Musica Jazz Orchestra, presentano in anteprima il concerto-evento che vede le tre formazioni alternarsi, fondersi e completarsi in un unico ensemble. Sullo stesso palco, due tra i più apprezzati e virtuosi esponenti della scena jazzistica contemporanea ed una delle migliori orchestre jazz italiane.
Horacio “El Negro” Hernandez è vincitore di numerosi Grammy Award, l’ultimo lo scorso anno con l’album “Listen Here” – è uno dei batteristi più rappresentativi e richiesti, non solo in ambito jazzistico. El Negro vanta, infatti, prestigiose collaborazioni con Michael Camilo, McCoy Tyner, John Patitucci, Gonzalo Rubalcaba, Mike Stern e rock star come Carlos Santana e Steve Winwood. Italuba, la sua ultima creazione, è un compatto quartetto che fa propri i tipici battiti del più scoppiettante latin jazz e della world music, proponendo una miscela musicale di grande efficacia. Roy Hargrove, invece, è uno dei più geniali trombettisti delle ultime generazioni. Scoperto da Wynton Marsalis alla fine degli anni Ottanta, incide il suo primo album poco più che ventenne. Nella sua musica confluiscono vari stili, dal funky alla black music, dal jazz acustico al be-bop. Universalmente riconosciuto come il massimo esponente degli “Young Lions”, Hargrove vanta collaborazioni con Herbie Hancock, Sonny Rollins, Slide Hampton, Art Blakey, Frank Morgan e Jackie McLean. Sia Hernandez che Hargrove sono già stati ospiti del Pomigliano Jazz Festival e per loro è un ritorno in grande stile, con uno dei concerti più attesi dell’estate musicale italiana.

Carla Marciano

Carla MARCIANO quartet A Strange Day

Carla Marciano (sax alto e soprano)
Alessandro La Corte (pianoforte)
Aldo Vigorito (contrabbasso)
Gaetano Fasano (batteria)

Sassofonista e compositrice apprezzata sia per la grande passionalità ed istintività, quanto per il fraseggio particolarmente articolato, Carla Marciano è uno dei talenti più apprezzati nel panorama jazzistico nazionale. Eletta nel 1996 Miglior sassofonista emergente “Premio Nazionale Massimo Urbani”, la Marciano vanta una serie considerevole di prestigiose collaborazioni: Victor Bailey, Hiram Bullock, Bill Evans, Ernst Reijseger, Wolfgang Haffner, Carl Anderson, Joy Garrison e Karl Potter.
“Trane’s Groove”, il suo primo lavoro discografico – uscito nel 2003 per la Black Saint/Soul Note – rendeva omaggio al grande John Coltrane, esplorando e rivisitando il suo linguaggio strumentale con particolare attenzione al periodo modale. Col suo secondo album, “A Strange Day” (sempre per la Black Saint) – incluso dalla rivista americana “Cadence Magazine” nella lista dei Top Ten del 2006 – Carla Marciano mostra, col suo playing energico e disinvolto, quel messaggio coltraniano rielaborato e sviluppato attraverso le sue trame compositive. Il suono della Marciano è intenso, emotivo e a tratti spirituale. I riferimenti a Coltrane si stemperano in fraseggi intensi e poetici, lasciando spazio alla creatività della musicista salernitana. Con la preziosa collaborazione dei conterranei Alessandro La Corte al pianoforte, Aldo Vigorito al contrabbasso e Gaetano Fasano alla batteria, il progetto “A Strange Day” propone una musica diretta ed impetuosa. Atmosfere spirituali si alternano a brani morbidi e seducenti, con fraseggi spinti fino ad estreme soluzioni armoniche. Forte dei consensi riscossi nel recente tour negli Stati Uniti, Carla Marciano presenta al Pomigliano Jazz Festival 2007 il suo ultimo lavoro discografico, arricchito di gemme tratte dal repertorio di Mr. Trane.

Javier Girotto Francesco Nastro (ph Mario Biglietto)

Javier GIROTTO/Francesco NASTRO duo

Javier Girotto (sassofoni, flauti andini)
Francesco Nastro (pianoforte)

Ritorna al Pomigliano Jazz Festival Javier Girotto. Il polistrumentista argentino si presenta al pubblico campano con un altro dei suoi molteplici progetti musicali: un duo con l’estroso pianista e compositore stabiese Francesco Nastro. Un connubio nato la scorsa estate proprio grazie ad un’idea del Festival, che ha poi portato alla registrazione per Itinera di un disco in quartetto: accanto a Girotto e Nastro figurano Avishai Cohen al contrabbasso e Roberto Gatto alla batteria. Una straordinaria formazione, inedita e multietnica, per un progetto ricco di fascino e vitalità che sarà pubblicato il prossimo autunno.
L’avventura italiana di Javier Girotto inizia negli anni Novanta, alternando collaborazioni con formazioni di matrice jazz a quelle di musica latinoamericana. Dalla prima esperienza con il Tercer Mundo (nel gruppo c’era il formidabile batterista cubano Horacio Hernandez) ai Cordoba Reunion, fino al trio Servillo-Girotto-Mangalavite (con Peppe Servillo degli Avion Travel), passando per la nascita degli Aires Tango: l’incontro fra le radici argentine e quelle del jazz. Numerose anche le collaborazioni artistiche: da Mercedes Sosa a Jeff Ballard, da Anouar Brahem a Tony Scott, fino ai grandi jazzisti italiani: Enrico Rava, Aldo Romano, Gianluigi Trovesi, Maurizio Giammarco, Rita Marcotulli e Paolo Fresu.
Oggi con Francesco Nastro è musicista eclettico che vanta collaborazioni con Gary Peacock, Peter Erskine, Lester Bowie, Don Moye, Bruno Tommaso, Pietro Condorelli – presenta un inusuale concerto per piano e sax. Per le possibilità timbriche ed armoniche dei due strumenti, tale combinazione produce risultati di indubbio interesse musicale, con un repertorio articolato su composizioni originali capaci di esaltare la creatività melodica di Girotto e la forza ritmica di Nastro.

molvaer laswell

Nils Petter MOLVAER/Bill LASWELL group

Nils Petter Molvaer (tromba)
Bill Laswell (basso elettrico)
Eivind Aarset (chitarre)
Ayid Dieng (percussioni)
Guy Licata (batteria)

Dall’incontro tra due delle sensibilità più rare della musica contemporanea nasce il Nils Petter Molvaer/Bill Laswell group. Dalla Norvegia all’Illinois, lungo le corde sottili della sperimentazione sonora, filtrando con sapienza rock, dub, lounge music e modern jazz. Bill Laswell è un prolifico e audace produttore e manipolatore di suoni. Con i suoi Material è stato uno degli innovatori dell’elettronica. E’ un artista che ha esplorato sonorità, stili, tendenze e collaborato – a vario titolo – con decine di star: Mick Jagger, Peter Gabriel, Sting, Yoko Ono, Laurie Anderson, Ryuichi Sakamoto, Brian Eno, Santana ed Herbie Hancock. Con quest’ultimo è co-autore di “Rock it”, brano che spopolò nelle classifiche di mezzo mondo restandone in vetta per mesi. Nils Petter Molvaer – il “Miles Davis” della nuova scena elettronica nord europea è apprezzato da grandi jazzisti quali Elvin Jones, George Russell e Gary Peacock, è uno dei musicisti più cool del terzo millennio. La sua musica, sospesa tra ambient, jazz e rock sperimentale, è un concentrato di suoni provenienti da mondi apparentemente lontani fra di loro. Insieme, Molvaer e Laswell, hanno già collaborato al progetto multimediale “SOMMA/Sacred Order of Magic Music & Art” con Eraldo Bernocchi, l’ex Almamegretta Raiz, Hamid Drake e i Monaci tibetani di Ganden, oltre che in diverse esibizioni live. Uniti dall’amore per Miles Davis e per la ricerca musicale, la scorsa estate – in occasione dellâ??esibizione al Moers Festival in Germania – hanno dato vita al “Nils Petter Molvaer/Bill Laswell group”. Un combo che accoglie differenti input sonori, rielaborandoli attraverso una fitta trama ritmica, che sfocia nella più autentica “avanguardia”. Un progetto live che nel 2008 verrà proposto anche su disco. In attesa dello studio di registrazione, la band terrà una decina di date in Europa, l’unica italiana al Pomigliano Jazz Festival. Sul palco, insieme ai due geniali musicisti che danno il nome alla formazione, figurano anche l’eclettico chitarrista scandinavo Eivind Aarset è apparso in oltre 150 album di musicisti di diversa estrazione come Ray Charles, Dee Dee Bridgewater, Ute Lemper, Mike Mainieri e Bugge Wesseltoft, oltre che fido collaboratore di Molvaer è il percussionista Ayid Dieng e il batterista Guy Licata, già al fianco di John Zorn e dello stesso Laswell.

Maria Pia De Vito

Maria Pia DE VITO Songs from the Underground

Maria Pia De Vito (voce, live electronics)
Giovanni Guidi (pianoforte)
Luca Bulgarelli (contrabbasso, live electronics)
Walter Paoli (batteria, live electronics)

Maria Pia De Vito si lascia trasportare dalle distorte assonanze del repertorio rock e della canzone americana, esaltandone gli umori più melodici e, soprattutto, usandole come fondamento di una nuova poetica musicale. Sono queste le linee guida di “Songs from the Underground”, il progetto che la cantante, compositrice, nonché arrangiatrice partenopea presenterà al Pomigliano Jazz Festival 2007. I brani di Jimi Hendrix, Leonard Cohen, Paul Simon, Joni Mitchell, Annie Lennox e le composizioni originali della De Vito svelano in filigrana una profonda interiorità. I temi trattati delineano la spiritualità, il conflitto, il dolore, tutte le sfumature del mondo contemporaneo e della quotidianità. Uno sguardo sul passato per raccontare i turbamenti del presente e le possibili vie di fuga. Non poteva essere diversamente, visto che al suo fianco si muove con coraggio e speranza una delle sezioni ritmiche più giovani ed interessanti in circolazione: Luca Bulgarelli (già con Sergio Cammariere, Roberto Gatto, Gunther Schuller, Kenny Wheeler) al contrabbasso, Walter Paoli (Stefano Bollani, Ares Tavolazzi) alla batteria e Giovanni Guidi (Enrico Rava, Mauro Negri) al pianoforte. “Songs from the Underground”, così come i precedenti progetti della De Vito, presenta un substrato profondo, culturale, viscerale. Un concerto sospeso tra l’utilizzo di strumenti acustici e un sapiente e delicato intreccio di strumentazioni elettroniche e digitali. Un work in progress incentrato sulla voce di Maria Pia: le parole appaiono come vibrazioni dal potere magico, la cui efficacia e il cui riverbero va molto al di là del loro semplice significato. Le canzoni, i sospiri e le memorie provengono dal sottosuolo – per dirla alla Dostojevskij.

jan garbarek

Jan GARBAREK group

Jan Garbarek (sassofoni)
Rainer Bruninghaus (pianoforte, tastiere)
Eberhard Weber (contrabbasso)
Trilok Gurtu (batteria, percussioni)

Il norvegese Jan Garbarek è un musicista che nobilita, per statura artistica e intuizioni compositive, la scena del jazz e della musica mondiale. Attivo fin dalla seconda metà degli anni Sessanta del Novecento, è stato un seguace del freejazz di Albert Ayler e Peter Bròtzmann. Negli anni Settanta voltò le spalle alle aspre dissonanze del jazz d’avanguardia, per seguire Keith Jarrett nel suo “European Quartet”. In qualità di compositore, Garbarek si ispira profondamente alle melodie folk della Scandinavia, adattate ad un clima ambient che rifiuta le notazioni tradizionali a favore di una trama sonora che si muove per scarti minimi.
Dopo aver registrato una serie inaspettata di album di avanguardia, ed essere stato accostato alla new age, Garbarek raggiunse le vette internazionali a metà degli anni Settanta suonando jazz post-bop, sia come leader che come collaboratore di Keith Jarrett. Raggiunse un notevole successo commerciale in Europa con “Dis”, realizzato in duo con il chitarrista Ralph Towner e utilizzato di frequente in film e documentari. A metà degli anni Ottanta la sua musica cominciò ad incorporare sintetizzatori ed elementi di world music. Nel 1993 l’album “Officium” – realizzato in collaborazione con il gruppo vocale di musica antica Hilliard Ensemble – divenne il disco più venduto dalla ECM dopo il “Koln Concert” di Jarrett. Nel 2005, l’album “In Praise of Dreams” ha ottenuto una nomina per i Grammy Awards. Al Pomigliano Jazz Festival vedremo Jan Garbarek in quartetto, accanto al pianista Rainer Bruninghaus ed al contrabbassista Eberhard Weber, presenti nella sua formazione fin dai tempi dell’album “Legend Of The Seven Dreams” (1988). Oltre ai due musicisti tedeschi, completa il gruppo il fenomenale percussionista indiano Trilok Gurtu, già al fianco di Joe Zawinul, Pat Metheny, John McLaughlin, Don Cherry, nonché dello stesso Garbarek in numerose incisioni e concerti.

andrea rea (ph Speranza Casillo)

Mr LOGIC For Izoma
ospite Sandro Deidda

Andrea Santaniello (sax alto)
Sandro Deidda (sax tenore, soprano)
Andrea Rea (pianoforte, tastiere)
Daniele Sorrentino (basso elettrico, contrabbasso)
Mario Toscano (batteria)

Mr Logic è un progetto nato dall’incontro di quattro giovani musicisti cresciuti musicalmente all’ombra del Vesuvio e del Pomigliano Jazz Festival. Andrea Rea, pianista di Pomigliano, vincitore quest’anno del “Premio Internazionale Massimo Urbani”, già collaboratore di Dino Massa, Daniele Scannapieco, Maurizio Giammarco; Daniele Sorrentino, contrabbassista e bassista elettrico, figlio d’arte, già con Stefano Bollani, Javier Girotto, Oscar Montalbano; Andrea Santaniello, sassofonista, con alle spalle collaborazioni con Pericle Odierna, Fabrizio Bosso, Massimo Manzi e Giovanni Amato; Mario Toscano, batterista, già con Antonio Imparato, Lorenzo Hengeller, Gianluigi Goglia. Il quartetto vuole esplorare orizzonti sonori e percorsi alternativi dal punto di vista stilistico-espressivo. Con questo intento, nel 2005 nasce Mr Logic: un eclettico laboratorio permanente dove confluiscono varie identità sonore. Si spazia dal latin al funk, per sfociare, in taluni casi, in atmosfere africane passando per il jazz rock e il tradizionale swing. “For Izoma” è il titolo del loro album d’esordio pubblicato lo scorso anno per la Philology Jazz Records. Un disco impreziosito dalla partecipazione straordinaria di Jerry Popolo ai sassofoni, che ha suggerito inedite traiettorie compositive per la giovane band campana.
Al Pomigliano Jazz Festival 2007 Mr. Logic presenta un repertorio di brani originali tratti da “For Izoma” e standard riarrangiati. La creatività del basso di Daniele Sorrentino, le intense tessiture del piano di Andrea Rea, i ritmi trascinanti di Mario Toscano, dialogano con il sax alto di Andrea Santaniello, creando un intreccio armonico coeso e ben amalgamato. Ospite della serata, il sassofonista salernitano Sandro Deidda – unico europeo a prendere parte a ben tre tour con i Manhattan Transfer, oltre che musicista degli spettacoli teatrali di Garinei e Giovannini, e di star internazionali quali Hilton Ruiz, Carl Anderson, Bill Mays e Walter Bishop jr. – che con il suo prezioso contributo rende più complesso, corposo e coraggioso il sound dei Mr Logic.

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