Marco ZURZOLO Migranti
Marco Zurzolo (sassofono)
Alessandro Tedesco (trombone)
Giovanni Francesca (chitarra)
Vincenzo Danise (pianoforte)
Davide Costagliola (basso)
Gianluca Bugnano (batteria)
Sassofonista, compositore e arrangiatore, Marco Zurzolo è uno dei più apprezzati musicisti partenopei. Negli anni ha attraversato molti generi collaborando con artisti italiani e internazionali: Pino Daniele, Solomon Burke, Chet Baker, Zucchero, Roberto Murolo, Mia Martini, Gino Paoli. Numerose anche le sue esperienze in teatro con maestri come Roberto de Simone, Luca De Filippo, Enzo Moscato, Enrico Montesano, Peppe e Concetta Barra. Per il cinema, ha realizzato le colonne sonore dei film di Antonio Capuano “Pianese Nunzio di anni 14″ e “Polvere di Napoli”. Nel 1995 il debutto discografico con “Lido Aurora” per l’etichetta Polo Sud. Per Itinera, invece, pubblica “Samsara”, progetto speciale che lo vede accanto a due leggende del jazz: Roscoe Mitchell e Famoudou Don Moye dell’Art Ensemble Of Chicago. Duratura e proficua la sua collaborazione con l’Egea: nel 2001 esce “Ex Voto”, seguito da “Napoli ventre del Sud”, “Pulcinella” e “Sette e mezzo”. Applaudito nei più importanti festival del mondo, dal Canada alla Francia, dall’Egitto all’Australia, al Festival 2009 Zurzolo presenta il suo nuovo lavoro discografico, edito da Egea, “Migranti”. Con lui sul palco, un sestetto dinamico che comprende Alessandro Tedesco al trombone, Giovanni Francesca alla chitarra, Vincenzo Danise al pianoforte, Davide Costagliola al basso e Gianluca Bugnano alla batteria. “Migranti” è un progetto dove il linguaggio compositivo-esecutivo di Zurzolo, pur in linea con la sua poetica di sempre, si arricchisce di svariate situazioni timbriche. Un lavoro estremamente ricco di elementi tematici, coerente e stilisticamente omogeneo. Uno sguardo rivolto verso l’Africa, partendo da una contaminazione incessante, profonda e ormai radicata.
Enrico RAVA New Quintet feat. Gianluca PETRELLA
Enrico Rava (tromba)
Gianluca Petrella (trombone)
Giovanni Guidi (pianoforte)
Pietro Leveratto (contrabbasso)
Fabrizio Sferra (batteria)
Artista rigoroso ma incurante delle convenzioni, dotato di una poetica immediatamente riconoscibile, Enrico Rava è uno dei più noti jazzisti italiani al mondo. Avvicinatosi alla tromba nel ’57, grande ammiratore di Miles Davis e Chet Baker, è stato nominato “Cavaliere delle Arti e delle Lettere” dal ministero della Cultura francese. Freschezza d’ispirazione e sonorità variegate risaltano in tutte le sue avventure musicali. Numerose le collaborazioni con musicisti internazionali come Michel Petrucciani, Lee Konitz, Aldo Romano, John Abercrombie, Archie Shepp e Joe Lovano. Nella sua sconfinata discografia spiccano i titoli della ECM “Quartet”, “Easy Living” , “Tati” e “The Words and the Days”. Al Festival 2009 si presenta con il New Quintet, una formazione che attraversa varie generazioni di musicisti. Gianluca Petrella, tra i migliori giovani trombonisti al mondo, collaborazioni con Carla Bley, Greg Osby, Steve Bernstein e Bobby Previte. Giovanni Guidi, vincitore nel 2007 del Top Jazz come miglior nuovo talento nazionale. Il contrabbassista Pietro Leveratto, musicista eclettico che ha girato il mondo con Massimo Urbani, Maurizio Giammarco e il trio di Enrico Pieranunzi. Fabrizio Sferra, musicista dalla lunga e articolata attività artistica, protagonista di due acclamati trio italiani, lo Space Jazz Trio, con Pieranunzi e Pietropaoli, e i Doctor 3, con Danilo Rea e lo stesso Pietropaoli. Guidato dall’autorevolezza e dall’abilità di Rava, capace di sintetizzare all’interno del proprio mondo espressivo artisti dalla differente esperienza e concezione poetica, il quintetto regala composizioni articolate, estremamente piacevoli e sempre sorprendenti.
Eivind AARSET Sonic Codex quartet
Eivind Aarset (chitarra, elettronica)
Hakon Kornstad (sassofoni)
Audun Erlien (basso)
Wetle Holte (batteria)
Jazz, trip hop, ambient, drum’n’bass ma anche pop e rock: la musica onnivora di Eivind Aarset trae liberamente spunto da diversi generi e stili, facendo un sapiente uso sia delle tecnologie digitali sia dei tradizionali strumenti acustici. Costantemente alla ricerca di nuove possibilità sonore, Aarset è apparso in oltre 150 album di musicisti di diversa estrazione come Ray Charles, Dee Dee Bridgewater, Ute Lemper, Ketil Bjornstadt, Mike Mainieri, Arlid Andersen, Abraham Laboriel e Django Bates, oltre che nei live set e nei dischi di Nils Petter Molvaer e del guru delle tastiere Bugge Wesseltoft. “Electronique Noire”, il suo debutto come band leader, è stato definito un piccolo capolavoro, uno dei miglior album del jazz elettronico dell’era postmilesiana. Il suo seguito, “Light Extracts”, è una miscela di suoni accattivanti, di improvvisazioni audaci e ritmi della club culture scandinava. “Connected”, il suo terzo lavoro, lo ha consacrato come una delle voci-chiave del Nu-jazz europeo. Il suo ultimo album “Sonic Codex” vira verso il rock più duro, allontanandosi dalle sonorità auree e visionarie del passato. La sua musica è un’istantanea di suoni e atmosfere dark, noise. Al Festival 2009 Eivind Aarset presenta il Sonic Codex quartet, formazione che include alcuni dei rappresentanti più creativi del nu-jazz europeo: il sassofonista Hakon Kornstad (Pat Metheny, Witubee, Axel Dörner), il batterista Wetle Holte (Bugge Wesseltoft, Wibutee) e il bassista Audun Erlien (Nils Petter Molvaer, Mathias Eic). Una felice sintesi di approcci diversi che creano molteplici tessiture sonore che dal rock più spinto raggiungono l’elettronica e il jazz più sperimentale.
Stefano BATTAGLIA trio Re: Pasolini
Stefano Battaglia (pianoforte)
Salvatore Maiore (contrabbasso)
Roberto Dani (batteria)
Pianista e compositore milanese, Stefano Battaglia è tra i musicisti italiani più richiesti all’estero. Fin da giovanissimo ha intrapreso un’intensa attività di concertista classico che lo porta a esibirsi in tutta Europa. Sia come solista che come ospite di orchestre, propone repertori rinascimentali, barocchi (Bach, Scarlatti e Haendel) e moderni (Hindemith, Boulez, Ligeti). Parallelamente inizia ad appassionarsi all’improvvisazione e ai linguaggi di emanazione jazzistica. Dal 1984 a oggi ha tenuto più di 700 concerti e pubblicato più di sessanta dischi, ricevendo diversi riconoscimenti: premio come miglior talento per Musica jazz nel 1988; miglior giovane pianista europeo nel 1997; migliore musicista emergente dalla Radio Nationelle di Bruxelles nel 1998. Numerose anche le collaborazioni artistiche: Aldo Romano, Lee Konitz, Kenny Wheeler, Marc Johnson, Richard Galliano e Tony Oxley, col quale pubblica il disco “Explore” (considerato negli Stati Uniti tra i migliori dieci album europei del decennio 1990-2000). Con l’organico orchestrale Theatrum ha all’attivo quattro album: “Gesti”, “Mut(e)azioni”, “Rito stagionale” e “Originaria”. Al Festival 2009 presenta, in trio col contrabbassista Salvatore Maiori e il batterista Roberto Dani, il progetto “Re: Pasolini”, pubblicato dalla ECM su doppio cd nel 2007. Un omaggio all’ultimo grande intellettuale italiano, capace di utilizzare – più di tutti – la poesia, il cinema e il giornalismo, per esplorare gli orizzonti più sublimi, ma anche quelli più bassi. Facendo proprio l’approccio multidisciplinare di Pasolini, Battaglia ci racconta l’opera di questa straordinaria mente, filtrandola attraverso la sua sensibilità pianistica. Un incontro tra musica e parole, aperto e popolare, ma al tempo stesso ricercato e colto. Musiche senza tempo.
martux_m – BOSSO – BEARZATTI – AARSET – VIGORITO About a Silent Way
martux_m (elettronica)
Fabrizio Bosso (tromba, flicorno, elettronica)
Francesco Bearzatti (sax tenore, clarinetto, elettronica)
Eivind Aarset (chitarra, elettronica)
Aldo Vigorito (contrabbasso)
Sono trascorsi quasi vent’anni dalla morte di Miles Davis. Quaranta dall’uscita di uno dei suoi maggiori capolavori: “In a silent way”. Come omaggio ad uno dei dischi fondamentali per l’evoluzione del jazz contemporaneo, il Festival 2009 presenta “About a Silent Way”, ultima delle produzioni di Itinera, l’etichetta di Pomigliano Jazz, in collaborazione con Verdearancio e la rivista Musica Jazz.
“About a Silent Way” è un progetto ideato da martux_m, al secolo Maurizio Martusciello, compositore, produttore, percussionista, sperimentatore dell’elettronica e sound designer tra i più attivi in Italia. A formare con martux_m uno straordinario quintetto, quattro personalità a dir poco camaleontiche: il trombettista Fabrizio Bosso (High Five, Sergio Cammariere, Nicola Conte), il sassofonista italo-francese Francesco Bearzatti, ideatore del progetto Sax Pistols, il contrabbassista Aldo Vigorito, tra i più richiesti musicisti italiani, e il chitarrista norvegese Eivind Aarset, tra i maggiori protagonisti del nu-jazz di matrice nordeuropea.
Cinque artisti impegnati nel rielaborare e decodificare i mille input seminali di “In a silent way”.
Non si tratta, però, di una semplice rivisitazione celebrativa. Piuttosto di un lavoro affascinante che prende ispirazione dalle sue idee estetiche di fondo e dal suo approccio compositivo, per poi svilupparsi in modo autonomo seguendo le linee contemporanee della postproduzione, costantemente in bilico tra acustica ed elettronica.
Il cd è allegato al numero di luglio della rivista Musica Jazz e prossimamente sarà ripubblicato e distribuito da Itinera.
Mario RAJA Big Bang
Margherita Pace (voce)
Mario Raja (sax tenore, direzione, arrangiamenti)
Daniele Tittarelli (sax alto, soprano)
Carlo Conti (sax alto, flauto)
Marcello Allulli (sax tenore)
Rossano Emili (sax baritono, clarinetto)
Claudio Corvini (tromba, flicorno)
Tiziano Ruggeri (tromba, flicorno)
Antonello Sorrentino (tromba, flicorno)
Tony Cattano (trombone)
Massimo Morganti (trombone)
Enrico Bracco (chitarra)
Antonio Iasevoli (chitarra)
Roberto Tarenzi (pianoforte)
Francesco Ponticelli (contrabbasso)
Armando Sciommeri (batteria)
Musicista e compositore, Mario Raja ha esordito nel 1977 come direttore d’orchestra, diventando presto uno dei più attivi e apprezzati jazzisti italiani. Ha composto e arrangiato per cinema, televisione, jazz band e orchestre sinfoniche. Ha collaborato con la Mingus Big Band di New York, la Big Band di Pechino, con direttori come George Pretre, Daniel Oren, Luciano Berio, Giuseppe Sinopoli; con musicisti del calibro di Stevie Wonder, Jerry Lewis, Muhal Richard Abrams, Bob Brookmeyer e Gary Smulyan. Nel 1988 ha fondato la Mario Raja Big Bang con alcuni tra i più importanti jazzisti italiani: Paolo Fresu, Roberto Gatto, Maurizio Giammarco, Enzo Pietropaoli, Danilo Rea, Flavio Boltro. Il primo disco, “Embraceable You”, è pubblicato dalla Philology e vede la partecipazione del sassofonista Phil Woods. Col successivo “Ellington” ha vinto il referendum della rivista “Musica e Dischi”. Del 1997 è invece “Dodici Storie”. La Big Bang è anche protagonista di un racconto nel libro “La retta via” di Domenico Starnone, edito da Feltrinelli. Nel 2006 Raja ha deciso di rifondarla, coinvolgendo alcuni fra i più interessanti talenti del nuovo jazz romano. Un organico atipico – composto da 16 elementi – in cui spiccano la cantante lirica Margherita Pace, i chitarrista Rossano Emili e Antonio Iasevoli, il sassofonista Daniele Tittarelli e il batterista Armando Sciommeri. Inizialmente influenzata dalle grandi orchestre di jazz americane e da atmosfere stravinskiane, la Mario Raja Big Bang ha trovato negli anni un proprio stile. La scrittura si è fatta più scarna, cucita sulle personalità dei musicisti, in modo da suonare con la spontaneità e la freschezza di un piccolo gruppo. Una sorta di workshop permanente. Al Festival 2009, la Big Bang presenta un programma di brani originali di Raja e omaggi a Gershwin e Ellington.
William PARKER Chamber Trio
Leena Conquest (voce e danza)
Eri Yamamoto (pianoforte)
William Parker (contrabbasso)
Artista amato e rispettato, vero e proprio leader gentile della scena di New York, William Parker è uno dei protagonisti assoluti del jazz mondiale. In lui la pratica dell’improvvisazione, la lezione dell’avanguardia afroamericana, la tradizione della musica nera che dagli spiritual e dal blues arriva sino al soul, si fonde in una sintesi sempre calda e vivace. Ha realizzato oltre trenta album da leader e collaborato con mostri sacri come Ed Blackwell, Don Cherry, Bill Dixon, Peter Brötzmann, oltre a far parte per un decennio del Cecil Taylor Unit, giocando un ruolo fondamentale. Le sue composizioni spaziano in diversi campi, dalle opere, alle colonne sonore per film, dai balletti ai soliloqui per contrabbasso. Tra i suoi lavori discografici di maggior successo: “O’ Neals Porch”, “Raining on the Moon”, “Spontaneous” e “Sound Unity”. Oltre a essere uno dei più importanti compositori contemporanei e maestro assoluto dell’avant-jazz, Parker è anche un poeta. Le sue liriche – “Music Is”, “Document Humanum” e “The Shadow People” – stanno avendo particolare visibilità grazie ai libri pubblicati, alle canzoni e attraverso la sua piece teatrale “Music and the Shadow People”.
Al Festival 2009 William Parker presenta il Chamber trio, una formazione atipica, senza batteria, il cui il programma si basa su composizioni originali e una suite dedicata a Miriam Makeba. Con lui sul palco, due donne che fanno parte del suo celebrato sestetto: la sorprendente pianista giapponese Eri Yamamoto (già con Daniel Carter, Hamid Drake e Federico Ughi) e la cantante-danzatrice Leena Conquest (collaborazioni con Dave Burrell, Curtis Mayfield e nel campo della danza con la compagnia Alvin Ailey), nota soprattutto per le sue esperienze tra hip-hop e acid jazz.
Anthony BRAXTON Diamond Curtain Wall Trio
Anthony Braxton (sassofoni, clarinetto, elettronica)
Taylor Ho Bynum (tromba, trombone, cornetta, shells)
Mary Halverson (chitarra elettrica)
Nato e cresciuto nel South Side di Chicago, Anthony Braxton è uno dei sassofonisti più conosciuti al mondo. Ma definirlo un semplice sassofonista è alquanto riduttivo. Come compositore e musicista, ha incentrato la sua attività sul jazz, ma ha scritto anche per opera e orchestra. Come strumentista, oltre a suonare il pianoforte, si è esibito utilizzando l’intera gamma dei sassofoni, dal sopranino al contrabbasso, oltre a una grande varietà di clarinetti, flauti e strumenti a percussione. Uno sperimentatore sonoro, un audace compositore e autore di punta della scena free internazionale. Poco più che ventenne diventa membro della neonata AACM (Association for the Advancement of Creative Musicians) dove incontra, artisticamente, musicisti come Leroy Jenkins, Thruman Baker, Leo Smith. Il suo primo disco, “Three Compositions Of New Jazz”, è datato 1968. Nella sua lunga carriera ha suonato con Dave Holland, Chick Corea, Barry Altschul, George Lewis e Gerry Hemingway, fornendo un apporto vitale all’evoluzione del jazz. Da tempo ha sviluppato una propria ricerca musicale in diverse direzioni, unificate da una concezione personale altamente originale di come organizzare l’improvvisazione e integrarla con la composizione. Dopo avere insegnato al Mills College, è ora professore di musica alla Wesleyan University di Middletown, per le cattedre di composizione, storia della musica e improvvisazione. Al Festival 2009 – nella sua unica data italiana – presenta il suo nuovo progetto “Diamond Curtain Wall Trio”, accompagnato dal trombettista Taylor Ho Bynum e dalla chitarrista Mary Halverson. Una formazione inusuale, come inusuale è il modo di Anthony Braxton di intendere la musica.
ORQUESTRA IMPERIAL
Rodrigo Amarante (voce)
Moreno Veloso (percussioni e voce)
Nina Becker (voce)
Nelson Jacobina (chitarra elettrica)
Bartolo (chitarra elettrica)
Rubinho Jacobina (piano elettrico)
Berna Ceppas (tastiere e percussioni)
Kassin (basso elettrico)
Altair Martins (tromba)
Marlon Sette (trombone)
Mauro Zacharias (trombone)
Felipe Pinaud (flauto)
Domenico (batteria e voce)
Leo Monteiro (percussioni elettroniche)
Stephane San Juan (percussioni)
Badão (percussioni)
Wilson Das Neves (voce e percussioni)
Samba, soul, bolero, ritmi sudamericani. Suoni colorati, allegri e coinvolgenti. L’Orquestra Imperial è il fenomeno musicale brasiliano più interessante degli ultimi anni. Una vera e propria big band formata da artisti provenienti da mondi apparentemente lontani, ma accomunati dall’amore per la gafiera, il sound popolare che faceva ballare le generazioni degli anni ’40 e ’50. Tra loro troviamo Moreno Veloso (“O Leaozinho”, figlio di Caetano); il leggendario Wilson Das Neves; il vocalist Rodrigo Amarante, collaboratore di Devendra Banhart e leader della band indie-rock Los Hermanos; i produttori Kassin (Adriana Calcanhotto, Caetano Veloso, Vanessa da Mata) e Berna Ceppas (Adriana Calcanhotto e Fernanda Abreu); il batterista di origine italiana Domenico Lancellotti; la stilista-cantante Nina Beker, vincitrice lo scorso anno del premio APCA come Best Brazilian Female Singer. Dal 2002, anno di nascita del progetto, l’Orchestra ha saputo conquistare consensi sempre crescenti. Molti, infatti, gli artisti famosi che hanno voluto cantare insieme a loro: Caetano Veloso, Seu Jorge, Bebel Gilberto, Gruff Rhys (Super Furry Animals), The Bees, Sean O’Hagan (High Llamas). Il loro album d’esordio, “Carnaval So Ano Que Vem”, coprodotto da Mario Cataldo Jr. (già produttore di Beastie Boys e Jack Johnson), racchiude tutta la stupefacente carica esplosiva di questa grandiosa band. Al Festival 2009, l’Orquestra Imperial presenta un set nel quale si alternano alla voce cinque cantanti, due chitarristi, una sezione di fiati, percussioni e tanto ritmo. Diciassette artisti provenienti dal jazz, dal rock, dal pop e dalla scena elettronica carioca, si riuniscono per rendere omaggio alle radici del samba più popolare e soprattutto per divertirsi suonando insieme.




ONJ Orchestra Napoletana di Jazz
diretta da Mario RAJA
ospiti Joe LOVANO, RAIZ, Famoudou Don MOYE, CAPONE,
Ada MONTELLANICO
Mario Raja (direzione e arrangiamenti)
Marco Sannini, Matteo Franza, Gianfranco Campagnoli (tromba)
Roberto Schiano, Alessandro Tedesco (trombone)
Annibale Guarino, Marco Zurzolo (sassofono contralto)
Giulio Martino, Vincenzo Nini (sassofono tenore)
Nicola Rando (sassofono baritono)
Pietro Condorelli (chitarra)
Pasquale Bardaro (vibrafono)
Andrea Rea (pianoforte)
Giovanni Ceccarelli (pianoforte)
Aldo Vigorito (contrabbasso)
Salvatore Tranchini (batteria)
Carlo Lomanto (percussioni, voce)
ospiti:
Joe Lovano (sassofoni)
Raiz, Ada Montellanico (voce)
Famoudou Don Moye, Capone (percussioni)
Dopo il successo della scorsa edizione, l’Orchestra Napoletana di Jazz torna a chiudere il Festival con un concerto-evento ricco di ospiti e con un nuovo affascinante repertorio.
L’ONJ raduna alcuni tra i migliori musicisti della scena jazzistica campana ed è un progetto nato dal Circuito dei Jazz Festival della Provincia di Napoli. Diretta dal 2007 da Mario Raja – arrangiatore e compositore, napoletano di nascita, fra i più noti e apprezzati in Italia è l’Orchestra lavora sulla rilettura di classici della tradizione musicale napoletana, sull’interpretazione di brani della canzone napoletana moderna, su composizioni originali di alcuni musicisti dell’Orchestra.
A tutti i brani la scrittura di Raja conferisce una spiccata originalità, combinando lo spirito iniziale con un’impostazione marcatamente jazzistica, mai ovvia e affrancata dai modelli americani. Il tutto lasciando grande spazio all’estro e alle grandi qualità di improvvisatori dei solisti.
Tra gli ospiti ci sono Famoudou Don Moye, Art Ensemble of Chicago, e Maurizio Capone, leader dei BungtBangt, band che suona con strumenti ricavati da materiali di scarto, bidoni e rottami di vario tipo: due percussionisti grandi amici del Festival e protagonisti di “Folk Bass Spirit Suite”, primo disco di Itinera, l’etichetta di Pomigliano Jazz.
Insieme a loro due vocalist: la raffinata e suadente Ada Montellanico, tra le migliori interpreti del jazz in Italia, che qui omaggia Billie Holiday nel cinquantennale della sua scomparsa, e Raiz, voce verace di una Napoli senza tempo, sospesa tra dub, cantautorato e musica pop. Infine, una vera e propria leggenda del jazz: Joe Lovano.
Sassofonista, clarinettista e flautista di Cleveland, ha vinto un Grammy Award, ha ricevuto numerose menzioni da Down Beat ed ha suonato col gotha del jazz: da Dizzy Gillespie a Lester Young, da John Scofield a Charlie Haden.
Nel concerto del Festival 2009 troveranno spazio riletture di “Canzone di Zeza”, “Tammurriata nera”, “Preludio di Pulcinella”, “O sole mio” e “Nun te scurdà” degli Almamegretta, oltre a brani di Joe Lovano come “Emperor Jones” ed estratti dal cd “Viva Caruso”, sublime omaggio al grande tenore ed alla musica popolare italiana.
Giuseppe LA PUSATA trio Naissance
Francesco Nastro (pianoforte)
Aldo Vigorito (contrabbasso)
Giuseppe La Pusata (batteria)
Dalle esperienze con orchestre cubane alle collaborazioni con Javier Girotto, Fabrizio Bosso, Maurizio Giammarco, Enrico Pieranunzi e Antonello Salis. Giuseppe La Pusata è un batterista versatile, capace di passare con estrema naturalezza dalle atmosfere tiepide ai ritmi incalzanti. Cresciuto musicalmente in Campania, si è poi trasferito in Francia, dove ha avuto modo di allargare i propri orizzonti musicali attraverso stimolanti scambi artistici. “Naissance”, il suo primo progetto discografico come compositore e bandleader, è il frutto e la sintesi di un decennio. Una nuova visione del jazz, un nuovo modo di intenderlo, di suonarlo e di viverlo: una nuova nascita. Un viaggio da Napoli a Parigi, che segna la maturità artistica di La Pusata. Ad accompagnarlo in questo percorso evocativo, fatto di sonorità calde e cullanti, Francesco Nastro e Aldo Vigorito. Il primo, pianista eclettico e compositore classico, vanta collaborazioni con Gary Peacock, Peter Erskine, Lester Bowie, Don Moye e Bruno Tommaso. Il secondo è uno dei contrabbassisti più apprezzati in Italia. Ha collaborato con jazzisti internazionali quali Lew Tabackin, Bob Mover, Gary Bartz, Paolo Fresu e ha inciso con Romano Mussolini, Irio de Paula, Flavio Boltro e Daniele Sepe. I tre danno vita a un progetto – edito da Itinera, l’etichetta di Pomigliano Jazz – che alterna ballad a brani più articolati come “Danse d’un seul pied” e “Linda’s Tango”. Composizione intense, come la titletrack e “Butterfly stroke”. L’uso dei tempi dispari, segno distintivo dell’ultimo periodo e frutto delle esperienze francesi di La Pusata, lascia intatte le linee melodiche delle composizioni, forti ma mai scontate. Un continuo interscambio di idee, che centrano in pieno lo spirito del suonare in trio.