Francesco NASTRO – Giulio MARTINO duo
Francesco Nastro pianoforte Giulio Martino sax tenore
La serata inaugurale del Festival 2011 propone un duo inedito con Francesco Nastro al pianoforte e Giulio Martino al sassofon0. Tra i maggiori protagonisti della scena jazzistica campana, i due musicisti raccontano a suon di note due mondi apparentemente lontani: la musica classica e il jazz. Il duo propone nuovi standard ricomposti da temi tratti dalla letteratura pianistica classica, insieme a brani originali dal respiro più ampio in cui si intrecciano improvvisazione e senso ritmico. Si tratta quindi di partiture che attingono dall’uno e dall’altro linguaggio, anche dal punto di vista della grafia musicale, e si fondono caratterizzandosi per la loro predisposizione alla contaminazione, ad una forte solarità e a una modernità intensa. Entrambi di estrazione musicale colta, pur con un background differente, Nastro e Martino propongono un raffinato mix di generi e influenze filtrate dal linguaggio jazzistico. Il tutto prendendo spunto da “Waiting for A New World”, recente pubblicazione per Itinera in quartetto con Tommaso Scannapieco al contrabbasso e Mario de Paola alla batteria: un lavoro brillante, lirico ed appassionato.



Francesco NASTRO – Giulio MARTINO duo
Francesco Nastro pianoforte Giulio Martino sax tenore Richard GALLIANO
RAIZ
ONJ Orchestra Napoletana di Jazz
diretta da Mario RAJA
Mario Raja direzione e arrangiamenti Marco Sannini, Matteo Franza, Gianfranco Campagnoli tromba Alessandro Tedesco, Roberto Schiano trombone Annibale Guarino, Marco Zurzolo sax contralto Enzo Nini, Giulio Martino sax tenore Nicola Rando sax baritono Pietro Condorelli chitarra Andrea Rea pianoforte Aldo Vigorito contrabbasso Giuseppe La Pusata batteria Richard Galliano fisarmonica Raiz voce
La sedicesima edizione di Pomigliano Jazz Festival si apre con un concerto d’eccezione, un’esclusiva nazionale che celebra il legame tra Napoli e Buenos Aires. Da Piazzolla a Di Giacomo, per cantare il pathos latino-mediterraneo. Per lasciar vibrare dita e gomiti sul bandoneón e percepire il senso contemporaneo del “novo tango”, quella appassionata e appassionante disciplina che Astor Pantaleón Piazzolla, laggiù dal suo Mar de la Plata, ha saputo divulgare in qualsiasi città del mondo. Oggi il genio del musicista-compositore scomparso nel 1992 viene celebrato nell’intenso live che vede sul palco l’Orchestra Napoletana di Jazz diretta da Mario Raja, la voce verace di Raiz e la speciale partecipazione di Richard Galliano, tra i maggiori protagonisti del jazz internazionale, artista come pochi capace di sperimentare e valorizzare le innumerevoli capacità espressive della fisarmonica e del bandonóon. Accanto alle creazioni del “gatto” (come veniva soprannominato Piazzolla) che hanno rivoluzionato la musica argentina nella seconda metà del ‘900, troviamo i classici di Galliano e della tradizione partenopea di ieri e di oggi. Ed è così che, senza confini e senza epoche, si alternano “Era de Maggio” e “Passione” con “Lo Que Vendra” e “Michelangelo 70″ di Piazzolla. Ancora, “Tammurriata nera” e “Torna a Surriento” con “Nun te scurdà” degli Almamegretta e “Lazzari felici” di Pino Daniele. Oltre a composizioni dello stesso Galliano – “Tango pour Claude”, “Poéme” – e dell’indimenticabile Renato Carosone. I proventi della vendita dei biglietti di ingresso (15 euro) contribuiranno al restauro di uno dei preziosi affreschi della Cappella dei Santi Martiri, tra i primi esempi al mondo di pittura a soggetto cristiano.

Enrico PIERANUNZI piano solo
musiche di BACH, HANDEL, SCARLATTI
Enrico Pieranunzi pianoforte
Enrico Pieranunzi è da molti anni tra i protagonisti più noti ed apprezzati della scena jazzistica internazionale. Pianista, compositore, arrangiatore, ha registrato più di 70 cd a suo nome spaziando dal piano solo al trio, dal duo al quintetto, portando la sua musica sui palcoscenici di tutto il mondo. Pieranunzi ritorna al Festival per presentare in piano solo un concerto-omaggio incentrato sulle musiche di Bach, Haendel e Scarlatti. Il tutto partendo dalla recente pubblicazione discografica “1685” (CamJazz), che estende ed incrementa il riuscitissimo “Plays Scarlatti”, con un ulteriore valore aggiunto. In quel cd, infatti, le sonate del grande Domenico erano origine o approdo di estemporanee improvvisazioni. Qui invece i brani di Haendel, di Bach e dello stesso Scarlatti diventano addirittura generatori di altri brani. Così da una sarabanda di Haendel sentiamo nascere una delicata, morbida bossa nova e da un austero corale di Bach sentiamo sbocciare imprevedibilmente un evocativo motivo country. Musica sorprendente, dunque, nuovo e appassionante capitolo di una ricerca personalissima e spregiudicata attraverso la quale Pieranunzi ci porta con sé in mondi sonori lontani, che egli attualizza e ingloba nel proprio irrequieto, eclettico, originale universo espressivo.




Pippo MATINO joe zawinul tribute
con Jorge BEZERRA e Antonello SALIS
ospite James SENESE
Pippo Matino basso elettrico Claudio Romano batteria Peter De Girolamo tastiere Giulio Martino sax tenore Silvia Barba voce Antonello Salis fisarmonica Jorge Bezerra percussioni James Senese sax tenore
Prima coi Weather Report e poi con i Syndicate, Joe Zawinul ha riscritto le coordinate della musica contemporanea e delle tecniche pianistiche, catturando i suoni e i colori del mondo in una perfetta sintesi tra fusion, musica etnica e jazz. Al pianista e compositore austriaco scomparso nel 2007 Pippo Matino dedica un tributo che va oltre la nostalgia e la semplice celebrazione. Da sempre legato alla musica di Zawinul e dei Weather Report, Matino guida la sua band in un viaggio attraverso le ambientazioni americane e quelle mitteleuropee, raccontando una parabola musicale che tocca vari punti del globo. A dare ulteriore forza e valore al combo ci sono il percussionista brasiliano Jorge Bezerra – già al fianco di Zawinul negli stessi Syndicate – e il fisarmonicista sardo Antonello Salis, da sempre legato alle sonorità dei Weather Report. Inoltre, in occasione del Festival, la formazione si completa con un ospite d’eccezione: James Senese, musicista dotato di un feeling fuori dal comune e leader indiscusso dei mitici Napoli Centrale, veri precursori italiani del jazz-rock. Insieme sul medesimo palco per un live i cui ingredienti sono groove, originalità, contaminazione e la giusta dose di virtuosismo.


Michel PORTAL quartet
con Louis SCLAVIS
Michel Portal clarinetti e sax soprano Louis Sclavis clarinetti Bruno Chevillon contrabbasso Eric Echampard batteria
Improvvisatore appassionato, geniale e inafferrabile, il compositore, clarinettista e sassofonista Michel Portal è uno dei pochi artisti in grado di arrivare a vertici assoluti sia nel jazz che nella musica classica. Ha suonato con i più grandi direttori e le più importanti orchestre europee ed ha collaborato con alcuni dei maggiori autori contemporanei (Pierre Boulez, Luciano Berio, Karlheinz Stockhausen, Mauricio Kagel), alternando esperienze “di confine” ad altre riconducibili più direttamente all’alveo del jazz. Il polistrumentista transalpino confida molto nell’inventiva del momento, nella scintilla creativa che può scoccare (e solitamente accade) nel corso di un concerto e perciò è sua abitudine circondarsi di collaboratori fidati con i quali intrecciare una proficua intesa. Al suo formidabile trio si aggiungerà in questa speciale occasione anche Louis Sclavis, per il quale Portal ha rappresentato una importante fonte di ispirazione. Anch’egli strumentista d’eccezione (celebre la sua opera “Napoli’s Walls” con brani dedicati anche al Vesuvio), frequentemente sospeso fra dinamiche jazz e tessiture free-jazz, per disvelare l’arte del clarinetto in ogni sua forma e colore.

Marco SPEDALIERE quartet
Marco Spedaliere sassofoni Mario Nappi pianoforte Guerino Rondolone contrabbasso Emanuele Smimmo batteria
Il quartetto capitanato dal sassofonista, polistrumentista e compositore Marco Spedaliere (già al fianco di Sara Jane Morris, Victor Fields, Eddie Henderson, Rosario Giuliani) si avvale della presenza di giovani leoni della scena jazz italiana. Dalla ritmica corposa e precisa al piano riflessivo e sicuro, il quartetto mostra un suono potente e deciso, surreale e soprattutto giovane. Il gruppo presenta brani tratti dal primo cd “Stories”, oltre a un’anteprima del nuovo lavoro in uscita il prossimo autunno. Swing, free jazz, funk e altro ancora nella scaletta che contiene anche un omaggio al grande John Coltrane.

Avishai COHEN quartet
Avishai Cohen tromba Yonathan Avishai pianoforte Paolino Dalla Porta contrabbasso Jeff Ballard batteria
Originario di Tel Aviv, Avishai Cohen inizia a coltivare la sua passione per la tromba all’età di otto anni, esibendosi già due anni dopo con la big band del Rimon College. Dopo le iniziali influenze dei grandi maestri, da Miles Davis a Clifford Brown, Cohen inizia a proporre fin da subito un proprio sound libero e improvvisativo. Comincia così a girare il mondo con la Young Israeli Philharmonic Orchestra diretta da Zubin Mehta e Kent Nagano. Nel 2003 pubblica il suo debutto discografico “The Trumpet Player”, cui fanno seguito “Avanim” – registrato con la band Third World Love – e la trilogia “The Big Rain”. In totale, tra dischi a suo nome e partecipazioni, è apparso in più di 40 cd. Il suo ultimo album “Introducing Triveni” esce alla fine del 2010 e mostra, ancora una volta, le sue notevoli capacità tecniche, la voglia di sperimentare e una costante mescolanza sonora. All’inizio del 2011 è stato in tour con lo SFJAZZ Collective, un gruppo che raccoglie alcuni dei migliori talenti della scena contemporanea. Un’ulteriore testimonianza delle sue doti, sempre più apprezzate dalla critica specializzata, e della sua fama crescente. A Pomigliano si esibisce con il fido Yonathan Avishai al piano, il contrabbassista Paolino Dalla Porta e il batterista californiano Jeff Ballard, già partner di Chick Corea, Brad Mehldau, Ray Charles e Danilo Perez, solo per citarne alcuni.



PAPALEO – MARCOTULLI – BIONDINI
basilicata is on my mind
Rocco Papaleo voce e chitarra Rita Marcotulli pianoforte Luciano Biondini fisarmonica
Dai set cinematografici ai palchi musicali il passo è spesso breve. Ad accompagnare Rocco Papaleo in questa nuova avventura artistica, la pianista Rita Marcotulli – autrice della colonna sonora del pluripremiato “Basilicata coast to coast”, di cui Papaleo è regista – e il fisarmonicista Luciano Biondini. Uno show nel quale il teatro-canzone di Papaleo e l’originale musicalità della Marcotulli e di Biondini evocano le atmosfere picaresche e scanzonate del film cult che ha fatto innamorare della Basilicata. Tra toni surreali e qualche puntata verso l’iperrealismo, il Sud diviene simbolo di quell’Italia di provincia che in fondo si accontenta o meglio cerca di accontentarsi, pur insoddisfatta dell’attuale andamento delle cose: dalla descrizione di un semplice oggetto, per cantarne la storia, tra significati più immediati ed altri più reconditi o comunque simbolici, per arrivare a canzoni dâ??amore dal tono più disteso, intrise di sottile malinconia. E così, con la complicità e gli equilibrati virtuosismi di Marcotulli e Biondini, Papaleo in versione chansonnier conferisce sostanza e concretezza interpretativa a quell’essenzialità di vita propria del Meridione, sempre sospesa tra rassegnazione e sarcasmo misti ad un certo disincanto.

Simone CLARELLI quartet
Simone Clarelli sax contralto Giuseppe Onofrietti pianoforte Salvatore Ponte contrabbasso Giuseppe D’Alessandro batteria
Il quartetto di Simone Clarelli è una formazione poliedrica con una forte vocazione improvvisativa. Anche se un ruolo importante è giocato dal materiale originale e dagli arrangiamenti, l’ensemble del vulcanico sassofonista (già al fianco di Louis Sclavis, Pietro Condorelli, Piero Odorici) coglie nell’unicità del momento il quid per costruire trame armoniche e ritmiche imprevedibili, difficilmente restringibili nella definizione di un determinato “genere”. Il risultato è una musica dal forte impatto sonoro, con uno stile di matrice black.

Stefano BOLLANI danish trio
Stefano Bollani pianoforte Jesper Bodilsen contrabbasso Morten Lund batteria
Artista inafferrabile, ladro di ogni genere alla tastiera, esperto esecutore o improvvisatore cool. Come provare – per l’ennesima volta, e provvisoriamente – a descrivere le doti di Stefano Bollani? Diplomato al Conservatorio di Firenze nel 1993, sì. In tour con Irene Grandi, Jovanotti, Raf, pure. Partner privilegiato di Enrico Rava, Richard Galliano, Gato Barbieri, Pat Metheny, Lee Konitz, si sa. Celebrato dalle testate specializzate di jazz in tutto il mondo, celebrato dai fan in tutti i suoi live. Bollani suona composizioni classiche, il ritmo made in Brazil, il jazz degli standard, il pop retro, la tradizione mitteleuropea. Suona per progetti in duo – un esempio: con Chick Corea – e in terzetto come il Danish Trio, con il quale ha pubblicato già due titoli: “Mi ritorni in mente” e “Stone In the Water”, nei quali si alternano evergreen della musica leggera italiana, ballad di Caetano Veloso e Tom Jobim e sonate su Poulenc. Bollani è anche maschera-audio di spettacolari trasmissioni radiofoniche, autore di libri (uno dedicato a Carosone) ed interprete di tributi ispirati alla letteratura di Queneau. Ed è l’emblema di come un musicista – oggi, in Italia e altrove – possa diventare una star perché è, semplicemente, bravo. Con ironia, grazia, talento e coraggio, Stefano Bollani al Festival 2011 per uno show imprevedibile ed imperdibile.

Giovanni GUIDI & the unknown rebel band
Mirco Rubegni e Fulvio Sigurtà tromba e flicorno Mauro Ottolini trombone Daniele Tittarelli sax contralto Dan Kinzelman sax tenore David Brutti sax baritono Giovanni Guidi pianoforte Joe Rehemer contrabbasso Joao Lobo batteria
“Unknown rebel” è un percorso, una suite sulla libertà , su tutte le libertà . Quella delle grandi rivoluzioni a cui presero parte migliaia di uomini, ribelli sconosciuti. Perché dietro ai grandi nomi che sopravvivono alla storia, migliaia sono quelli che nel più completo anonimato la storia la fanno. Ed è intorno a questi uomini che si muove il progetto ideato da Giovanni Guidi, uno tra i migliori talenti della nuova generazione di jazzisti italiani. Un concerto evocativo che racconta storie straordinarie. Si passa dalla Liberazione d’Italia alla Primavera di Praga, attraverso i desaparecidos argentini, le lotte anticolonialiste in Africa, la rivolta di piazza Tien an Men – da qui la denominazione The Unknown Rebel, dalla celebre immagine di quello studente, ribelle sconosciuto, in camicia bianca davanti ai carri armati – e la guerra civile spagnola del ’39, arrivando al G8 e alla recente “Onda” studentesca. Al progetto partecipano nove giovani musicisti, tra i più interessanti che il panorama nazionale (e non solo) abbia espresso negli ultimi anni. La musica di Guidi si muove sui grandi riferimenti orchestrali degli anni ’60 e ’70: dalla Liberation Music Orchestra a “We Insist! Freedom Suite Now” di Max Roach, incrociata e mischiata alla tradizione popolare, quella italiana e oltre, attraverso i temi celebri che hanno accompagnato i grandi movimenti civili.

Alessandro TEDESCO low frequency quartet
Alessandro Tedesco trombone, elettronica Giovanni Francesca chitarra, elettronica Davide Costagliola basso elettrico Gianluca Brugnano batteria
Il trombonista beneventano Alessandro Tedesco presenta “Argonauta”, il suo ultimo lavoro discografico, pubblicato per Itinera con il suo Low Frequency quartet. Un cd con sonorità fresche ed originali che denota una rara curiosità e un’apertura musicale non comune. Un mix accattivante dei vari linguaggi del jazz, attraverso la commistione di più stili: il funky, il blues, il be bop e persino l’elettronica. Musica in costante movimento, con dinamiche che variano repentinamente e atmosfere imprevedibili.