CHIAMATA ALLE ARTI
In collaborazione con l’ANCI Campania, la Fondazione Pomigliano Jazz apre uno spazio espositivo interamente dedicato alla creatività giovanile a cura dell’Osservatorio Comunicazione Partecipazione Culture Giovanili (OCPG) è istituito in convenzione tra Settore Politiche Giovanili della Regione Campania e Dipartimento di Scienze Politiche, Sociali e della Comunicazione dell’Università degli Studi di Salerno.
Incentrata sulla web gallery regionale chiamatallearti.it, Chiamata alle Arti nasce per favorire la diffusione dell’espressività artistica, la partecipazione giovanile e la crescita culturale.
I percorsi espositivi saranno visitabili, dal 9 all’11 settembre fino a mezzanotte, presso il Museo della Memoria di Pomigliano d’Arco (piazza Mercato), accompagnati da performance live e dai concerti di Marco Spedaliere quartet (venerdì 9), Simone Clarelli quartet (sabato 10) e Alessandro Tedesco Low Frequency Quartet (domenica 11).
Un affascinante viaggio esplorativo tra musica, scrittura creativa, arti visive tradizionali e digitali.
I COLORI DEL JAZZ
cover art in mostra
Non sono pochi i grandi artisti che nella Cover Art hanno trovato un primo spazio di sperimentazione e promozione. Eppure, nonostante appaia qualcosa di ovvio e naturale, il packaging artistico arriva quasi quarant’anni dopo la nascita del disco, alla fine degli anni ’30, per poi esplodere con un’inventiva straordinaria dopo la seconda guerra mondiale, con l’avvento degli LP a 33 giri. Ed è stato il jazz, prima ancora del rock anni ’60, ad ispirare ed alimentare il fenomeno, trascinando con sé tutto il resto dell’industria musicale e consegnando alla storia dell’arte un filone ancora da tutto da esplorare e ponderare.
Prodotta da Pomigliano Jazz, curata da Carmine D’Onofrio, I Colori del Jazz è il secondo capitolo della mostra Cover Art ‘n’ Jazz, tenutasi nell’ambito del Festival 2010. La mostra presenta 48 copertine originali realizzate da grandi fotografi per album jazz degli anni ’60 e ’70, da “Wave” di Antonio Carlos Jobim a “Miles in the Sky” di Miles Davis, da “Belonging” di Jan Garbarek a “Passengers” di Gary Burton e “Arbour Zena” di Keith Jarrett. Con opere di Pete Turner, Victor Atkins, Tadayuki Naito, Robert Holmgren, Lajos Keresztes e tanti altri.
Tema portante della raccolta è l’uso creativo del colore, il suo tentativo di interpretare e raccontare note e anima dei musicisti.
La mostra sarà visitabile da venerdì 9 a domenica 11 settembre, nel Parco Pubblico di Pomigliano d’Arco, ad ingresso gratuito.
Tutti i dischi presenti in mostra provengono dalla collezione privata di Carmine D’Onofrio.
Tutte le copertine esposte sono riprodotte sul calendario della sedicesima edizione del Festival.
SIMONE CECCHETTI
mostra fotografica e workshop
Il Festival 2011 ospita una mostra ed un workshop di Simone Cecchetti, tra i più apprezzati fotografi italiani di reportage live e ritrattistica. L’iniziativa è organizzata dall’Associazione Luna di Seta per la rassegna “Tuttaltr’Arte 2011″, a cura di Francesca Palumbo.
Simone Cecchetti ha fotografato oltre 2000 concerti di più di 600 artisti italiani e stranieri. Un suo ritratto di Mick Jagger è stato in mostra nella retrospettiva “Mick Jagger. The photobook”, presentata nell’ambito del festival di fotografia Rencontres d’Arles. Collabora stabilmente con la Corbis, prestigiosa agenzia statunitense fondata da Bill Gates, ed è stato scelto per documentare l’apertura e l’allestimento in backstage del MAXXI a Roma, il museo di architettura e arte contemporanea progettato da Zaha Hadid.
Cecchetti è stato definito dalla critica di settore come “l’artista che ha dato nuovo significato ai ritratti musicali dal vivo, catturando l’essenza umana autentica delle star”. Nella sua innumerevole galleria di ritratti vede star del calibro di Madonna, Lady Gaga, Liza Minelli, Lenny Kravitz, Rolling Stones, Roger Waters, Steven Tyler e Patty Smith.
L’anima di Miles
Ominide della preistoria oppure alieno del futuro?
Il simbolo della sedicesima edizione di Pomigliano Jazz Festival è “L’anima di Miles”, illustrazione di Michele D’Uva. L’immagine vuole essere un tributo a Miles Davis nel ventennale della sua scomparsa, un omaggio ad uno degli artisti più creativi e influenti della storia della musica, un modo di ricordare la sua straordinaria capacità di sublimare insieme tradizione e innovazione.