Il borgo di Quindici nasce nel medioevo ma si sviluppa in epoca rinascimentale quando furono realizzate venti chiese, per questo è noto come il “borgo delle venti chiese”.
Immerso nella verde conca del Vallo di Lauro, conosciuta fin dall’antichità per la fertilità del terreno, la fauna e le sorgenti d’acqua, Quindici sorge alle pendici del Pizzo Alvano (1.133 metri) e deve il suo nome dal numero delle antiche masserie, ovvero aziende agricole, che sorgevano sul territorio in epoca romana: «ad quindecim villas». Fu feudo degli Orsini, dei Sanseverino, dei Pignatelli e dei Lancellotti; e fece parte delle province di Caserta e di Avellino fino a legarsi poi, per cultura ed economia, al più vicino territorio di Napoli. Nel centro storico, di impianto medioevale, caratterizzato da vicoli tortuosi e bei cortili, si affacciano edifici signorili con portali in pietra, tra cui Palazzo Santavilla (XVIII secolo) e Palazzo Pezzuti, e le sue 20 chiese sorte in epoca rinascimentale.
Tra i luoghi di interesse storico-artistico si segnala la Chiesa della Madonna delle Grazie, in stile barocco, con un notevole corredo di opere d’arte, tra cui tele e affreschi di Solimena, Diana e Cosenza, che ospita anche un Museo di Arte Sacra, in cui sono custoditi preziosi arredi, manoscritti, attrezzi della civiltà contadina e reperti archeologici. Interessanti sono anche l’edificio religioso di Santa Lucia in località Mulini, la Torre Medioevale e la Chiesa di Sant’Aniello. Su una collina poco distante dal centro cittadino sorge il santuario medievale di San Teodoro, meta di pellegrinaggio, dal quale si gode della vista di un meraviglioso panorama della Valle di Lauro e il santuario della Madonna della Neve, sulla collina di Casapiana, rappresentano meta di pellegrinaggio.
Nella chiesa della Madonna delle Grazie, in stile barocco, si conservano diversi dipinti di scuola napoletana: sul soffitto una tela di Giovanni Cosenza raffigurante il Trionfo della vergine, ed altre tele opera del pittore Giacinto Diana. Di particolare pregio il pulpito in legno opera dell’artista Geronimo Ferraro di Taurano ed il reliquario cinquecentesco. Nei locali adiacenti la chiesa è stato allestito il Museo di arte sacra. Diviso in quattro ambienti conserva preziosi paramenti ed arredi sacri, attrezzi della civiltà contadina, manoscritti e libri del ‘600 ed una sezione dedicata a reperti archeologici.
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