Luna nuova con il Trio di Salerno
Jazz made in Campania per la serata conclusiva del Festival. Il primo concerto è affidato al Trio di Salerno, composto da Sandro Deidda, Guglielmo Guglielmi e Aldo Vigorito. I tre presenteranno in anteprima nazionale il loro secondo lavoro, “Luna Nuova”, pubblicato da Itinera, l’etichetta nata da Pomigliano Jazz. Per le Guide di Sound Contest, Maurizio Spennato ha intervistato Guglielmo Guglielmi e Aldo Vigorito.Più volte è stato affermato – e da più parti – come l’area geografica salernitana sia una delle più fertili nella produzione di musica e musicisti in generale, e di jazz in particolare.
E proprio ispirato a questa “New Orleans nostrana” è il Trio di Salerno. Che non si chiama così per caso: tre artisti poliedrici e raffinati, duttili ma dotati di forte personalità, un pianista, Guglielmo Guglielmi, un saxtenorista, Sandro Deidda, ed un contrabbassista, Aldo Vigorito, accomunati dalle origini nell’area salernitana.
“Noi tre abbiamo praticamente iniziato a suonare insieme da ragazzi – esordisce Guglielmo Guglielmi – e di affinità ne abbiamo tante, ma abbiamo anche avuto, nel corso degli anni, esperienze diverse, che sono confluite nel nostro Trio: senso comune della melodia e, umanamente, una grande amicizia”.
“Con Sandro e Guglielmo ci conosciamo da molti anni, anche se artisticamente abbiamo avuto percorsi separati. – interviene prontamente Vigorito – L’incontro musicale in trio è nato in modo casuale, ma ci è piaciuto subito il tipo di sound che eravamo riusciti a creare, e così ci siamo ripromessi di continuare. E’ nato così il nostro primo cd, “Cantabile”, un titolo che tende a sottolineare quello che riteniamo essere un nostro punto di forza e la nostra più forte affinità , e cioè l’attenzione per la melodia”.
Molte e variegate le esperienze di Guglielmi che, in campo musicale – si può tranquillamente affermare – ha abbracciato tutti i generi, dal blues napoletano della “neapolitan power” all’arte neoclassica e neopopolare di Roberto De Simone, dal jazz-blues di Tullio De Piscopo alle collaborazioni, oltre che col citato Sandro Deidda, con il bassista-contrabbassista-trombettista Dario Deidda ed il polistrumentista Alfonso Deidda.
Già, perché la “famiglia Deidda”, cui appartiene il saxofonista Sandro, altro elemento di spicco del Trio, è “una fucina di artisti”, ciascuno dei quali dotato di un proprio stile musicale, di una propria forza ed autonomia artistica. Sandro Deidda è un interprete di jazz in senso proprio, con forte propensione per le espressioni classiche dello swing fino al bop, dalla bossa nova fino al samba, vantando numerose e prestigiose collaborazioni in campo nazionale ed internazionale.
“Sandro è la voce della nostra musica” interviene Aldo Vigorito “Guglielmo l’organizzatore armonico, io credo di avere il ruolo di spirito critico all’interno del trio. Ma tutti e tre alla fine siamo quasi sempre d’accordo su tutto e il materiale che trattiamo e che alla fine prende forma è a nostra immagine e somiglianza”.
Il contrabbassista Aldo Vigorito è forse il personaggio più singolare di questo Trio. Quasi non c’è musicista che, gravitando nell’area campana e dell’Italia meridionale, non abbia suonato con lui almeno una volta. E’ un vero e proprio almanacco della musica, jazz e non solo, una “raccolta virtuale” di spartiti; non c’é uno standard che non sia passato tra le sue dita e molti, moltissimi brani originali di artisti e compositori campani e sud-italiani sono stati registrati col suo prezioso contributo. Aldo Vigorito è una specie di spina dorsale o asse portante delle formazioni di cui entra a far parte; uno che ha bisogno di poche prove ed al quale ci si può sempre aggrappare per mantenere sui binari qualunque situazione a rischio deragliamento. Le sue collaborazioni sono comunque molto ampie anche in ambito internazionale, dove è molto conosciuto e apprezzato.
“… sarà per il fatto che mi piace spaziare in ambiti diversi … – afferma Vigorito cercando di nascondere un certo imbarazzo – … sono capace di suonare swing e su strutture più aperte, su tempi dispari e contaminazioni elettroniche. Conosco abbastanza la storia del jazz per uscirne fuori senza combinare disastri. Ma più di tutto credo vinca l’entusiasmo che metto in ogni nota che suono … ”
Al Trio, che dopo il primo CD, “Cantabile”, si appresta a presentare il nuovo lavoro, “Luna Nuova”, manca la batteria, e questa mancanza aumenta il carico di responsabilità degli altri componenti: azzardiamo l’ipotesi che questa scelta possa sottrarre qualcosa al ruolo armonico e melodico del piano: “Suonare senza batteria non è una rinuncia, ma la ricerca di un suono che prediliga la melodia e l’armonia – afferma decisamente Guglielmi – Certo gli elementi ritmici vengono dai nostri strumenti ed anche i nostri respiri, durante l’esecuzione, vengono messi in risalto dall’assenza dei classici elementi percussivi. Assolutamente al piano non viene sottratto nulla, tantomeno il ruolo melodico-armonico che, anzi, viene enfatizzato!”.
“Suonare senza batteria ci piace molto – aggiunge Vigorito – Naturalmente, è vero, pianoforte e contrabbasso si trovano a dover essere più incisivi, ma ti dirà che il sound è del tutto naturale, e dopo un po’ l’orecchio si abitua e non si sente per niente alcuna mancanza. I suoni sono più puri e le dinamiche più marcate. E ci piace giocare col tempo dilatando a nostro piacimento alcuni momenti. Una concezione un po’ classica, poco metronomica. Ma sappiamo essere groovy quando è il momento! Nel nostro secondo cd che presentiamo a Pomigliano, “Luna Nuova”, ci avvaliamo in alcuni brani del supporto dei Solis String Quartet, che oltre ad avere un’incredibile raffinatezza armonica, ci danno una spinta quasi batteristica, ed un ritmo molto difficile da imitare con pelli e bacchette”.
Tutto questo ci ha incuriosito ancora di più: appuntamento col Trio Di Salerno domenica sera 18 luglio al Pomigliano Jazz Festival 2010.