Si intitola “Being there” – come la recente mostra presentata a Palermo – il workshop organizzato dal Medd, il dipartimento educativo del Museo Emblema di Terzigno, la casa-museo di Salvatore Emblema, per la XXII edizione del Pomigliano Jazz in Campania.
La visita interattiva al Museo e il workshop – aperto a tutti, adulti e bambini, anche con esperimenti pratici – faranno da premessa al concerto serale, che vedrà per la prima volta sullo stesso palco artisti che non hanno mai suonato insieme: Enrico Pieranunzi, Marco Zurzolo e Rosario Giuliani. Tema della serata sarà dunque l’improvvisazione, non solo musicale, ma anche artistica, nel pieno spirito multi-disciplinare che contraddistingue la filosofia e le attività del Museo Emblema.
Dedicato a Salvatore Emblema (1929-2006) – pittore partito dalle falde del Vesuvio per divenire un protagonista della scena artistica internazionale – il Museo Emblema di Terzigno non è concepito come un freddo “mausoleo” dedicato all’artista, ma è un luogo vivo, crocevia di incontri e di esperienze, in cui la ricerca artistica di Emblema viene rivissuta attraverso laboratori didattici, il laboratorio di restauro ed il progetto Archivio Generale delle Opere.
Il workshop “Being there” è curato dal MEDD, il Dipartimento Didattico del Museo Emblema, impegnato a far scoprire a bambini e ragazzi quanto l’arte contemporanea sia, in fondo, vicina alla loro sensibilità. Facendo delle loro ingenue e terribili domande – «Cos’è questo coso?», «Ma che significa?» ecc. – il punto di partenza di una vera e proprio strategia educativa. Nella consapevolezza che si può rispondere a tutto: ma, a volte, non solo con le parole.
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Salvatore Emblema (1929-2006) dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Napoli si trasferì a Roma. Nel 1953 il cinegiornale “Settimana Incom” dedicò un documentario alle sue prime opere, collage di materiali più disparati trovati a Terzigno. Qualche anno dopo, seguì la prima personale nella capitale, e le collaborazioni col mondo della moda, col cinema e col teatro. Emblema andò affinando e approfondendo la sperimentazione di vari materiali, soprattutto della tela di sacco, che con la pazienza di artigiano “detesseva”, quasi per «fare entrare la realtà nel quadro». Il centro di tutta la sua opera è il senso dello spazio “dietro la tela”. Fondamentale fu l’incontro con a New York con il critico Giulio Carlo Argan. Partendo dalle ricerche di Fontana, che bucava e tagliava la tela come con grandi sciabolate, Emblema lasciò libera l’immaginazione, eliminando ogni “schermo” e portando alle estreme possibilità l’arte del maestro
L’Archivio Generale della Opere del Museo Emblema raccoglie i materiali di oltre duemila collezionisti. Non è solo una semplice raccolta di foto e di dati incasellati per redigere il Catalogo Generale Ragionato. Ma tutela ed analizza la coscienza storica e documentaria della ricerca, degli avvenimenti e delle tappe che hanno caratterizzato la vita di Salvatore Emblema. Ogni opera registrata contribuisce a tracciare un percorso: permette di mettere in relazione fatti e documentazioni, di incrociare le memorie degli eredi Emblema con quelle dei collezionisti, facendo di ogni ricordo privato una memoria collettiva.