La poesia musicale di Marco Zurzolo incontra quella delle parole recitate dal grande Giancarlo Giannini. Il loro è un recital durante il quale la letteratura incontra la musica.
L’attore, particolarmente esperto nell’analisi della parola, recita una serie di brani e poesie al grande pubblico: la donna, l’amore, la passione, il tradimento, la morte, la vita… Il contrastato caleidoscopio dei sentimenti diventa filo conduttore dell’esibizione. Un viaggio nell’universo femminile che rompe i confini geografici e temporali. E così, dal Duecento di Cecco Angiolieri, irriverente cantore della lirica “S’i fossi foco”, lo spettatore viaggia fino ad arrivare alla rotonda e piena sensualità sudamericana di Neruda, passando per il linguaggio amoroso di Salinas e i battiti del cuore di Leopardi che decanta la sua Silvia.
Alle parole, la musica del sassofonista napoletano e del suo quartetto. Giancarlo Giannini e la sua recitazione, la sua voce calda e penetrante condurrà gli spettatori in “atmosfere” mistiche, malinconiche, amorose, ed ironiche in un viaggio dal Duecento ai giorni nostri. Grandi emozioni, molteplici atmosfere, un unico spettacolo: Le Parole Note.
Giancarlo Giannini ha raccontato la storia italiana attraverso film indimenticabili. Diretto dal gotha della cinematografia italiana, da Luchino Visconti (“L’innocente”, 1976) a Sergio Corbucci (“Il Bestione”, 1974; “Bello mio, bellezza mia”, 1982) passando per Mario Monicelli “”Viaggio con Anita”, 1979; “I Picari”, 1988; “Il male oscuro”, 1990), Dino Risi (“Sessomatto”, 1973) e Nanny Loy nell’indimenticabile ruolo di Salvatore Cannavacciuolo di “Mi manda Picone” (David di Donatello come miglior attore protagonista – 1984); è fondamentale per la sua carriera l’incontro con Lina Wertmüller, dal quale nascono personaggi grotteschi e ironici come “Mimì metallurgico ferito nell’onore” (Nastro d’argento come miglior attore – 1972), il Tunin di “Film d’amore e d’anarchia” (premio come miglior attore a Cannes – 1973), “Pasqualino Settebellezze” (una nomination all’Oscar – 1976), il marinaio Gennarino di “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” (1974), film che gli portano il successo nazionale e internazionale. Che gli consentono di essere apprezzato da registi stranieri quali Alfonso Arau (“Il profumo del mosto selvatico” 1995), Ridley Scott (“Hannibal” – 2001) grazie al quale vince il Nastro d’argento come miglior attore non protagonista.
Marco Zurzolo, sassofonista e compositore, nel corso della sua carriera matura esperienze in differenti generi musicali, collaborando con noti artisti italiani e stranieri quali Pino Daniele, Zucchero, Roberto Murolo, Salomon Burke, Chet Baker, Mia Martini, Gino Paoli e Nino Buonocore e lavora in teatro ed in televisione con il Maestro Roberto De Simone, Luca De Filippo, Enrico Montesano, Peppe e Concetta Barra, Eugenio Bennato. Jazzista, nella sua musica interpreta al meglio il sentiment della nostra terra. Figlio di una grande tradizione musicale nel suo materiale sonoro ha saputo fondere la grande tradizione afroamericana con quella modernità che i musicisti europei hanno saputo iniettare al jazz contemporaneo. Una musica mai tersa e rarefatta, mai eterea ma vulcano, fuoco e povertà e rabbia e sacro e profano. Il tutto senza dimenticare una radice antica che è Napoli, il Sud in generale, rendendo il suono libero dai campanili e affrancandolo dalla “provincia”.
Affermando le urgenze di questa terra, le contraddizioni, la potenza sociale, anche quando dal suo sassofono ascoltiamo uno standard. C’è anima e poetica, rabbia e un irrisolto (che è quello di ognuno di noi) che lo costringe a spingere sempre sul pedale dell’acceleratore senza risparmiarsi e risparmiare.
Giancarlo Giannini – voce recitante
Marco Zurzolo – sax alto
Carlo Fimiani – chitarra
Aldo Perris – contrabbasso
Agostino Mennella – batteria
LE PAROLE NOTE: Giancarlo Giannini feat Marco Zurzolo quartet
Sabato 27 ottobre, ore 20.30
Teatro Gloria – Pomigliano d’Arco
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