Pochi personaggi possono rappresentare l’emblema della schiettezza e della passionalità come Marco Zurzolo: nell’atto della prestazione artistica il suo corpo diventa un tutt’uno col sassofono, il suo fiato diventa il respiro vitale dello strumento che prende vita dalla sua vita.
Diplomato in flauto, come molti altri sassofonisti della sua generazione, a causa della mancanza, fino a non molto tempo fa, del corso di studi in sassofono al conservatorio, Marco ha fatto fin dall’inizio del sax il suo strumento preferito, della estrema disponibilità verso gli altri e della sincerità a qualsiasi costo, la sua cifra di vita. Nato in una famiglia di musicisti, un fratello contrabbassista, una sorella cantante, Marco Zurzolo divide ben presto il suo amore per la musica tra la tradizione partenopea e mediterranea, che resta costantemente presente nelle sue produzioni, e il jazz d’oltreoceano, che lo porta costantemente a contaminare, a far sfociare alternativamente il suo istinto jazz e blues nella musica partenopea e viceversa. E, per non farsi mancare nulla, ha tenuto sempre alta l’attenzione per tutte le forme espressive mediterranee, comprese quelle nordafricane, dove riscoprire e raccordarsi con gli aspetti ritmici e le radici del blues, arrivando a realizzare una propria forma originale di world music.
Per questo, il titolo del suo ultimo lavoro, Chiamate Napoli 081, non tragga in inganno: non è un disco di canzoni napoletane neomelodiche, tutt’altro, è un disco di raffinato jazz – questo sì – molto melodico e intercalato dalle radici della sua napoletanità. Orme di Mandorle, oppure Respiro Forzato, o ancora di Pelle Arsa, Sogno Antico, in esse le arie sognanti e le atmosfere romantiche sono sensibilmente facilitate da Piero De Asmundis, coautore di alcuni dei brani, e dal tocco pianistico Francesco Villani. Non mancano però ritmiche incalzanti, come quella di Terra Infuocata e di Napoli Centrale oppure il ricordo dell’amico Bruno Rotoli di A Bruno, il tutto condito con una dose sobria di elettronica, una strada nuova e finora inedita per Marco Zurzolo.
Il progetto Chiamate Napoli 081 è stato prodotto da Onofrio Piccolo per l’etichetta Itinera e segue altri tre importanti lavori di Zurzolo, tra i quali spicca particolarmente il precedente, in cui la sorella Francesca canta bellissime canzoni napoletane che Marco, nel suo consueto irrefrenabile impeto di contaminazione, aveva rivestito di sottili e raffinate atmosfere jazz.
Il suo amore per Napoli e la sua passione per la riscoperta delle arti e delle culture lo ha portato a fondare la ZTL, una zona a traffico tutt’altro che limitato per musica e arti. Nella Zurzolo Teatro Live Marco ospita la musica dei suoi colleghi, coi quali si confronta costantemente, e incontra il suo pubblico affezionato.
Ancora, una nota caratteriale del nostro Marco che colpisce particolarmente è proprio la modestia con cui si incontra e confronta con i suoi colleghi musicisti, e con gli altri artisti in generale, del mondo del cinema o del teatro, l’entusiasmo quando si trova affianco ai grossi calibri, che si chiamino Famoudou Don Moye, dell’Art Ensemble of Chicago, Richard Galliano o Chet Baker, che si chiamino Pino Daniele, Solomon Burke, o Archie Shepp, a fine concerto, è consuetudine incontrare Marco sempre felice ed emozionato come un bambino…
L’appuntamento con Marco Zurzolo e Chiamate Napoli 081 al Pomigliano Jazz 2016 è per venerdì 16 settembre al Palazzo Mediceo di Ottaviano col suo quartetto.
Marco Zurzolo sax alto e soprano
Francesco Nastro piano
Gigi De Rienzo basso
Claudio Romano batteria
MARCO ZURZOLO Quartet Chiamate Napoli…081
venerdì 16 settembre, ore 20
Palazzo Mediceo di Ottaviano
Ingresso gratuito