L'Arte del 3. Museo Emblema

Tre. Trio. Tridimensione.

E’ costruito intorno al numero 3 il laboratorio didattico organizzato dal Medd, il dipartimento educativo del Museo Emblema di Terzigno, la casa-museo di Salvatore Emblema.

Tre come formazione del trio, ma anche come tridimensionalità dello spazio nel quale ci muoviamo e come viene percepito dai nostri occhi: Quello che nella storia dell’arte solitamente chiamiamo “Paesaggio”

Tre saranno, ancora, gli elementi oggetto del laboratorio didattico, gli stessi che compongono questo paesaggio ideale: il cielo, la terra e, in mezzo, noi stessi, che ne rappresentiamo l’elemento di continuità.

Al centro del laboratorio, ma anche al centro delle opere d’arte del Museo Emblema, opera tra le opere, il Trio di Salerno. Il suono del sax che sale verso il cielo, il contrabbasso che fa tremare la terra e il pianoforte che armonizza il tutto come fosse un’immaginaria linea d’orizzonte.

Ma il 24 settembre, più di questa breve descrizione, parleranno gli esperimenti, interattivi, esaustivi più di mille spiegazioni, che ci condurranno tutti in un viaggio attraverso il Tempo (da sempre appannaggio della Musica, ma non solo…) e lo Spazio (di solito trattato dalla Pittura, ma poi sarà davvero così?).

Un viaggio sia per adulti che per bambini in compagnia di guide esperte e del Trio di Salerno che, a partire dalle ore 18, condurrà tutti al concerto serale.

 

24 settembre, ore 18
EMBLEMA
laboratorio didattico e visita al Museo Emblema di Terzigno
[ a seguire il concerto del Trio di Salerno ]
Prenota qui (visita gratuita)

 

Il Museo Emblema

Ha casa a Terzigno, dedicato ad uno dei suoi più illustri cittadini, Salvatore Emblema, pittore nato nel 1929 alle falde del Vesuvio e da lì partito per entrare da protagonista nei più prestigiosi musei del mondo. Un museo dedicato ad un unico artista può essere percepito come un luogo delle rimembranze, una sorta di mausoleo. In questo caso, invece, ci troviamo di fronte ad un museo vivo, in cui le ricerche di una vita vengono rivissute attraverso i laboratori didattici, il laboratorio di restauro e l’Archivio Generale delle Opere, strumento dinamico per incrociare le memorie degli eredi Emblema con quelle dei collezionisti, facendo di ogni ricordo privato una memoria collettiva.

Da sempre al centro dell’opera di Emblema è il senso dello spazio, quello dietro la tela. Nelle prime opere senza colore, di tela grezza, le sfilature lasciano vedere lo spazio retrostante. Soprattutto dopo l’incontro a New York con il famoso critico Giulio Carlo Argan, Emblema portò alle sue estreme possibilità le ricerche di Lucio Fontana, che bucava e tagliava come con grandi sciabolate la tela. Ma se in Fontana c’è sempre uno schermo dietro, generalmente nero, che dà certo una grande intensità al vuoto, ma che comunque limita in qualche modo lo spazio, Emblema elimina quello schermo e lascia libera ed assoluta la percezione dello Spazio e del Sé.

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