Ornella Vanoni – Ornella Free Soul

Ornella free soul pomigliano jazz

Non sono molti gli artisti italiani che possono vantare una carriera così longeva. Tra questi, quelli che possono vantare un’attività che ha abbracciato musica, teatro e televisione, sono ancora meno. Se poi tra questi selezioniamo coloro che hanno proposto sempre musica di indiscussa qualità, il numero si riduce alle dita di una mano.

Ornella Vanoni rappresenta proprio uno di questi rarissimi fenomeni del panorama artistico italiano.

La sua carriera iniziò a metà degli anni Cinquanta come attrice teatrale al Piccolo Teatro di Milano, selezionata da tale Giorgio Strehler, quel gigante del teatro italiano che seppe scoprire come le sue doti canore ben si attagliassero alle sue qualità interpretative teatrali e plasmò l’interprete indiscussa delle cosiddette “canzoni della mala”. Da qui la carriera della Vanoni si avviò verso un crescendo di successi: ben sette partecipazioni ai Festival di Sanremo – un secondo posto, tre quarti posti, un premio alla carriera – e varie edizioni della mitica Canzonissima, fecero di Ornella Vanoni una delle cantanti italiane più apprezzate nel panorama della musica Leggera italiana e internazionale.

Già, perché c’è musica “leggera” e musica “Leggera”: Ornella Vanoni, interprete di qualità e classe elevatissima, ha sempre realizzato dischi ricchi di contenuto poetico e musicale, musicalmente curati dai migliori arrangiatori, proponendo brani di ottimi autori e colleghi cantautori. Nel corso della sua carriera ha ricevuto ben tre premi assegnati dal Club Tenco. Non c’è stato musicista italiano suo contemporaneo – cantante, autore, cantautore, direttore d’orchestra, purché dotato di valore e qualità – che non abbia avuto una qualche fortunata collaborazione con lei; in quest’ambito non si può non citare per prima la lunga paretesi con il cantautore Gino Paoli, di cui è stata raffinatissima interprete oltre che compagna di vita. Ma Ornella Vanoni ha interpretato centinaia di brani e preso parte a mille progetti di, o con, Mario Lavezzi, Claudio Baglioni, Umberto Bindi, Franco Califano, Domenico Modugno, Mino Reitano, Luigi Tenco, Enzo Gragnaniello, Zucchero, Ivano Fossati, Antonello Venditti, Mauro Pagani, Gigi Proietti, Vasco Rossi, Lucio Dalla, Gianni Morandi, Samuele Bersani, Pino Daniele, Ron, Gianna Nannini, i Pooh, e molti altri. Ma le attività della Vanoni non solo rimaste confinate al solo ambito della musica Leggera e della canzone italiana.

Nel 1964 seppe guadagnarsi (inaspettatamente per una milanese!) un primo posto al Festival di Napoli con Tu sì ‘na cosa grande, del grande Domenico Modugno, in cui si intravedeva già una vena di jazz, e già nel 1967 proponeva una sua versione di Tristezza, capolavoro della musica popolare Brasiliana, ripreso poi spesso nel corso della sua carriera. Negli anni ’70 nasceva dapprima la versione italiana de L’appuntamento, un clamoroso successo scritto dal brasiliano Roberto Carlos con il testo italiano firmato dal grande Bruno Lauzi, che avvicino ancor più il nome della Vanoni al mondo della musica brasiliana. Seguiva poi una fortunatissima collaborazione con il poeta Sergio Bardotti, a sua volta, amico, collaboratore, traduttore e ri-propositore in versione italiana dei brani del grande poeta brasiliano Vinicius De Moraes, uno dei padri “inventori”, assieme ad Antonio Carlos Jobim, della moderna bossanova, innovativa forma di jazz fuso col samba, incontro tra il nord e il sud musicale dell’America. Dall’incontro con Bardotti scaturì “La Voglia, La Pazzia, L’incoscienza, L’allegria”, un disco memorabile a cui presero parte Vinicius stesso in persona e il suo fidatissimo collaboratore Toquinho alla chitarra.

Se Tristezza e L’appuntamento rappresentarono i primi approccio con la musica brasiliana, La Voglia, La Pazzia, L’incoscienza, L’allegria – oltre che essere un titolo perfettamente attinente al carattere irrequieto e passionale della Vanoni – segnò il legame, che si rivelerà indissolubile nel tempo, tra lei e il Brasile e la sua definitiva consacrazione come interprete di bossanova. Negli anni successivi seguirono l’interpretazione di brani di Burt Bacharach e altre occasioni di avvicinamento sempre più intimo tra lei e il jazz vero e proprio attraverso collaborazioni con grossi nomi della musica jazz americana come Gerry Mulligan, Gil Evans, Herbie Hancock, Michael Brecker, George Benson.

Proseguendo in questo percorso arriviamo ad un altro incontro determinante, stavolta con il trombettista jazz Paolo Fresu. Sarà proprio Fresu a ispirare il nuovo corso, il più recente della carriera della Vanoni: ORNELLA Free Soul, anima libera – titolo ancora una volta rappresentativo del suo essere sempre in evoluzione – è il nome del nuovo progetto nato nel 2015, in cui Ornella, in chiave sempre più anticonformista e originale, ripropone la sua visione di bossanova e jazz, ripercorrendo il fortunato ed irripetibile incontro con il mondo poetico di Vinicius, accompagnata da una formazione quantomeno insolita, Roberto Cipelli al pianoforte, Bebo Ferra alla chitarra e Piero Salvatori al violoncello.

Spazio, dunque, alle capacità espressive e improvvisative della Vanoni, con le orecchie spalancate verso quell’intesa, troppo breve perché interrotta dalla scomparsa del grande Vinicius de Moraes, ma che oggi può idealmente riprendere, quasi senza soluzione di continuità, a cominciare dalle parole del poeta, reinterpretate con le note e la sensibilità di oggi. E spazio, poi, anche ai suoi grandi successi riproposti in chiave nuova e originale.

L’appuntamento con l’anima libera Ornella Vanoni per il pubblico del Pomigliano Jazz è il 23 settembre all’Anfiteatro Romano di Avella.

 

Ornella Vanoni voce
Roberto Cipelli pianoforte
Bebo Ferra chitarra
Piero Salvatori violoncello

ORNELLA FREE SOUL
Venerdì 23 settembre, ore 20
Anfiteatro Romano – Avella (AV)

Platea 25 euro + prevendita
Gradinata 15 euro + prevendita

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