Benny Golson quartet special guest Antonio Farao’

Universalmente riconosciuto come leggenda del jazz e sassofonista tenore di fama mondiale, Benny Golson è autore di capolavori considerati a tutti gli effetti standard. Da “Remember Clifford” (in memoria dell’amico Clifford Brown) a “Stable Mates”, dalla mitica “Killer Joe” (interpretato anche dai Manhattan Transfer) a “Along Came Betty”. Pochi musicisti possono, come lui, essere menzionati come veri innovatori e ancora meno possono vantare una carriera che letteralmente ridefinisce il termine jazz.

Classe 1929, ha suonato nelle band di Dizzy Gillespie, Benny Goodman, Lionel Hampton, Earl Bostic e soprattutto Art Blakey. Per anni, infatti, è stato il sassofonista dei Jazz Messengers, scrivendo  alcune delle composizioni più celebri del gruppo: “Moanin”, “Blues March” e “Whisper Not”.
Insieme al trombettista Art Farmer ha formato il Jazztet, uno dei combo più eleganti e sofisticati del periodo hard bop.

Compositore, arrangiatore, autore di testi, produttore, attore (ha recitato nel film di Steven Spielberg, “The Terminal”), Golson ha scritto anche musiche per orchestra, per il cinema e la televisione. Definito “l’architetto del jazz”, le sue partiture hanno fatto da scia luminosa ai songbooks di molti tra i più importanti jazzisti, incluso il grande Miles Davis.

Nella sua unica data al sud Italia, sabato 21 settembre al Pomigliano Jazz in Campania, Golson è accompagnato dal trio di Antonio Faraò, pianista ammirato da Herbie Hancock e abituato ai duetti internazionali. Ha collaborato, infatti, con Miroslav Vitous, Jack Dejohnette, Chris Potter, Bob Berg,  Billy Cobham, Christian Mc Bride e Lee Konitz, oltre che con Mina. A completare la formazione, il batterista Claudio Romano e il contrabbassista Aldo Vigorito.  Un quartetto inedito proposto da Pomigliano Jazz che testimonia ancora una volta la grande vitalità e voglia di stupire del giovane ottantaquattrenne Benny Golson. Un vero e proprio mito vivente.