Daniele Sepe

Foto di Daniele Sepe al Pomigliano Jazz in Campania

Sassofonista e flautista classe 1960, Daniele Sepe esordisce a sedici anni, nel 1976, partecipando allo storico disco “Tammurriata dell’Alfasud” dei Zezi, gruppo operaio di Pomigliano d’Arco. Diplomatosi al Conservatorio di Napoli “San Pietro a Majella”, nel 1990 realizza il suo primo album autoprodotto: Malamusica. Tre anni più tardi la band napoletana dei 99Posse lo cita nell’album “Curre curre guaglió” nella canzone “Ripetutamente”.

I suoi lavori discografici incontrano subito il parere favorevole della critica, ma è soltanto col quarto, “Vite perdite” (1993), realizzato dalla Polosud Records e distribuito in tutto il mondo dall’etichetta tedesca Piranha, che le vendite decollano. Sepe suona anche il sax in alcune tracce del disco “Otto Quarantotto & Ventisette” de Il Giardino dei Semplici, pubblicato nel 1993. La sua musica si ossigena alla fonte delle tradizioni locali e allunga lo sguardo ai paesaggi sonori latini. Un caleidoscopio di suoni che lo rende immediatamente riconoscibile e difficilmente etichettabile. Una maniera di fare musica, la sua, molto vicina a quella visione anarchica di Frank Zappa. Nel 1996 pubblica “Viaggi fuori dai paraggi”, la sua prima antologia, con la quale ha inizio una collaborazione con il Manifesto che dura sino al 2007. Nel 1998 l’album “Lavorare stanca” gli frutta la targa Tenco come migliore album in dialetto e nello stesso anno, diventa maestro concertatore alla prima edizione del festival “La notte della Taranta” a Melpignano.

Nel 1999 partecipa al progetto “La notte del Dio che balla” con – tra gli altri – Teresa De Sio e Vinicio Capossela, con il quale ha una costante collaborazione fino ad essere tra i musicisti dell’ultimo lavoro discografico di Capossela, “Ballate per uomini e bestie”. Nel 2015 fonda il collettivo “Capitan Capitone e i fratelli della Costa” con cui pubblica due album, contemporaneamente inizia la sua collaborazione live in Napoli Trip del pianista Stefano Bollani.

Numerose sono le sue collaborazioni con altri musicisti (La Banda Improvvisa, Ensemble Micrologus), Stefano Bollani, Roberto Gatto e con registi cinematografici e teatrali (Mario Martone, Davide Ferrario, Gabriele Salvatores – Amnèsia -, Enzo D’Alò, Renato Chiocca, Terry Gilliam – “The Wholly Family”), Gianfranco Pannone, Antonietta De Lillo.

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