Il matrimonio tra il Pomigliano Jazz e il buon cibo si conferma nella XXI edizione del Festival con Note di Gusto, a dimostrazione del successo degli anni passati.
In collaborazione con le condotte Slow Food Vesuvio ed Agro Nolano, in occasione dei concerti verranno proposti diversi percorsi enogastronomici con lo scopo di presentare ad un pubblico più vasto la biodiversità agroalimentare dei nostri territori e l’importanza di preservarla nel tempo.
Nello spazio Osteria di Note di Gusto i temi dominanti saranno la PIZZA e lo STREET FOOD, due espressioni gastronomiche molto forti e sentite in tutta la Campania.
La pizza ha conquistato il mondo senza atti di forza, ma prendendolo semplicemente per la gola. Nacque a Napoli almeno trecento anni fa, molto probabilmente tra i vicoli del centro storico dove già in epoca romana erano numerosi forni e fornai. Diffusasi poi in tutta la Campania, in questi anni sta vivendo un momento molto felice. In origine era un cibo poverissimo, condita con sugna e pepe, quando ancora non si usava il pomodoro in cucina. E’ stata per lungo tempo un tipico cibo di strada, venduta piegata a portafoglio tra i vicoli della città, oppure fritta e proposta con lo slogan “mangi oggi e paghi tra otto giorni”. Questo rapporto tra la pizza, la città e la sua gente è così radicato che ancora oggi molti pizzaioli, pur disponendo di locali con tavoli e sedie, la propongono ai passanti sui banchi fronte strada. Nel tempo è divenuta uno dei simboli culturali della Campania e le pizzerie sono i locali più frequentati da chi è in cerca di buon cibo, ma anche di luoghi dove poter ritrovare convivialità e allegria.
L’incontro tra la pizza, il pomodoro e la mozzarella fu fatale. La Margherita, la pizza nella sua espressione massima, piacque tanto alla regina Margherita di Savoia che ne ispirò il nome. A prepararla per il pubblico di Pomigliano Jazz ci saranno abili maestri pizzaioli, che hanno scelto di perpetuare la tradizione avvalendosi di prodotti di qualità, come il pomodoro San Marzano e l’olio extravergine di oliva.
Anche in questa edizione di Note di Gusto continua, inoltre, sempre nello spazio Osteria, la ricerca sullo Street Food di territorio, una tradizione secolare molto vivace a Napoli e poi diffusa in tutta la Campania.
Dai mangiatori di maccheroni tra le strade di Napoli raffigurate nelle stampe dei fratelli Alinari ai variopinti carretti con le granite fresche o con ‘o per’ e ‘o muss’ condito con limone e pepe. E poi le caldarroste, i taralli sugna e pepe, il brodo di polpo d’inverno, i panini con la ricotta di fuscella ancora calda. Perfino alcuni dolci tradizionali, come la sfogliatella ed il babà, sono stati ideati per essere consumati in strada.
Il “camminar mangiando” a Napoli e provincia è piacere e privilegio al quale sarebbe un peccato rinunciare…
CALENDARIO DEGLI INCONTRI CON PIZZAIOLI E CHEF
Ad ogni concerto sarà presente uno spazio Mercato, in cui i contadini metteranno in mostra i prodotti della loro terra e racconteranno la storia delle loro famiglie, da decenni dedite ad una agricoltura tradizionale e sostenibile nel rispetto dell’ambiente, e uno spazio Osteria, con degustazioni proposte da pizzaioli e chef campani.
Le condotte Slow Food Vesuvio e Agro Nolano, partner dell’edizione 2016 del Pomigliano Jazz con un programma il cui tema conduttore è la difesa della biodiversità agro alimentare dei diversi territori, cureranno ognuna gli appuntamenti che si svolgono nell’area di competenza.
chef Giuseppe Caramiello | Sperone
Nella vecchia sede dell’azienda elettrica del paese, una deliziosa casetta con giardino, Giuseppe conduce in pieno stile osteria italiana la sua attività. Oste appassionato, ha saputo ricreare nell’ Hosteria Le Gourmet un ambiente molto accogliente e rilassante dove gustare piatti con i prodotti di piccole aziende agricole di questa prima entrata in provincia di Avellino. Funghi, scorsoni dal sottobosco del parco del Partenio, e poi castagne e nocciole, carni alla brace dall’appennino centrale e ottimi salumi e formaggi.
pizzaiolo e chef Aniello Falanga | Boscotracase
La sua pizzeria Haccademia è a Boscotrecase. Aniello si è dedicato da tempo allo studio delle farine ottenute da grani italiani tradizionali. Un lavoro molto impegnativo e di grande soddisfazione allo stesso tempo. L’utilizzo di queste farine richiede una profonda conoscenza delle tecniche di lievitazione e della composizione dei grani. L’obbiettivo è quello di sostenere la sana agricoltura italiana, della Campania in particolar modo. Dedica molto tempo alla ricerca di aziende fornitrici che lavorino nel rispetto dell’ambiente. E’ pizzaiolo dell’Alleanza Slow Food, pertanto si rivolge agli agricoltori facenti parte del circuito Slow Food. Le materie prime utilizzate sono di altissima qualità, scelta che garantisce una alimentazione sana e che esalta il gusto di ogni singolo prodotto utilizzato con professionalità. Ha vinto il Campionato Mondiale della Pizza 2004 Trofeo Caputo e il New York American Plate 2004.
pizzaiolo Gianfranco Iervolino | Caserta
E’ uno dei pizzaioli di spicco in Campania e quindi del mondo. Tra i primi a dedicarsi allo studio scientifico delle farine e delle tecniche di lievitazione della pasta con l’obbiettivo preciso di portare la pizza napoletana a livelli altissimi di qualità. E ci è riuscito. Oggi è un punto di riferimento per quanti vogliono migliorare le proprie conoscenze in materia o vogliono avviare una pizzeria. Insegna la materia presso l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. E’ un ricercatore attento dei prodotti da utilizzare sulle proprie pizze, selezionati accuratamente visitando di persona le aziende produttrici, per lo più artigiane e legate alle tradizioni gastronomiche del proprio territorio. E’ pizzaiolo dell’Alleanza Slow Food in quanto lavora esaltando l’identità enogastronomica e storica del territorio si appartenenza, ma soprattutto per il fatto che sostiene la rete di produttori agricoli legati alla filiera dell’associazione del Buono, Pulito e Giusto. Da due anni è ospite settimanale della trasmissione RAI Detto Fatto dove coglie l’ottima occasione per raccontare i prodotti della sua amata Campania. Nello spazio Pizza del Pomigliano Jazz rappresenta la pizzeria Morsi e Rimorsi Caserta.
pizzaiolo Pasquale Mazza | Torre del Greco
La famiglia Panariello della pizzeria New York New York è un punto di riferimento importante a Torre del Greco, in quanto da sempre propone una ristorazione che racconti la ridente cittadina sul mare ai piedi del Vesuvio. Per i Panariello la cucina è un movimento democratico, deve essere rivolta a tutti, quindi basata su preparazioni semplici dove il pescato di Torre del Greco è il principale protagonista. In tema di cucina democratica non poteva quindi mancare la pizza, preparata soprattutto con i prodotti della terra vesuviana.
pizzaiolo Paola Cappuccio | Portici
Paola è una delle pochissime donne a svolgere questo mestiere ed a livelli di professionalità così alti. Discende da Ciro Leone e Giorgia De Somma che fondarono nel 1923 la Pizzeria Trianon a Napoli, la più antica e tra le più celebri in città, e quindi l’arte bianca ce l’ha nel sangue. Pur rispettando la tradizione, si è fortemente impegnata nell’andare avanti, quindi studiando le tecniche di lievitazione che consentano di raggiungere una pasta molto soffice. I prodotti per le sue pizze sono scelti con molta cura e le pizze tradizionali vanno di pari passo con nuovi gusti, sempre all’insegna della qualità. Pizza Verace è a Portici.
chef Maurizio De Riggi | San Paolo Bel Sito
E’ giovane Maurizio ed ha già un bel bagaglio di esperienza in ristoranti importanti. La sua cultura del cibo si è formata prevalentemente frequentando contadini, aie e piccoli allevatori del suo territorio. Nei grandi ristoranti ha acquisito le tecniche di cucina che utilizza nella giusta misura per esaltare la grande tradizione agricola dell’area dell’alto nolano. Cucina a vista nel suo ristorante Markus perché tutto sia molto trasparente e perché la grande passione investita tra pentole e fuochi possa essere visibile in ogni momento ai suoi ospiti. La sua cucina punta alla leggerezza e all’eleganza, ma soprattutto ad esaltare con grande rispetto la materia prima selezionata con cura meticolosa. Anche lui preparerà panini e street food di territorio per i visitatori del Pomigliano Jazz.
chef Giovanni Arvonio | Sirignano
Sa sfidare il gusto Giovanni Arvonio, avendo dedicato una vita alla cucina e alla cultura dei prodotti identitari del territorio di appartenenza. La sua cucina racconta il territorio che dall’agro nolano si spinge nella terra irpina. I piatti sono raffinati, sanno giocare con piglio sicuro nella combinazione dei sapori e umori del buon cibo. Ha grande inventiva con la quale riesce sempre ad esaltare la materia prima selezionata tra piccole aziende artigiane con il pallino dell’alta qualità. Poche parole e tanti fatti – sempre con gusto.
Marialuisa Squitieri | Poggiomarino
Laureata in storia medioevale, non ha saputo resistere al richiamo della terra così ha portato una ventata di novità e competenze precise nella piccola azienda agricola di famiglia Madrenatura a Poggiomarino. Ha il pallino dell’ambiente, ovvero, manifesta una profonda sensibilità verso i temi di sostenibilità ambientale tanto da scandire ogni pensiero e azione nel rispetto di tali principi. Da molti anni frequenta associazioni di piccoli agricoltori e mercati specializzati nelle produzioni bio e da agricoltura sostenibile. Marialuisa si è specializzata anche nella preparazione di street food e piatti vegetariani e staremo a veder cosa si è inventata per Note di Gusto al Pomigliano Jazz.
FILIERA CORTA E AGRICOLTURA SOSTENIBILE
Nei luoghi dei concerti saranno presenti i seguenti produttori di filiera corta e agricoltura biologica del Monte Somma-Vesuvio:
A Roccabascerana, in Irpinia, l’Azienda Agricola Mara Savoia alleva vacche della razza italiana pezzata rossa con metodi molto rispettosi del benessere degli animali e, visitando la stalla, è evidente quanto questi siano sereni e rilassati. Francesco, il fratello di Mara, si occupa di loro personalmente e chiama le mucche una ad una per nome con tono pacato. La famiglia è alla quinta generazione di allevatori, ma pare che nella storia abbiano sempre fatto questo mestiere. Le vacche oggi sono 52, di una razza forte e longeva proveniente dal Friuli e non conoscono malattie infettive. In estate pascolano libere nei quattro ettari di prato di proprietà, sulle colline della frazione di Tufara, a 350 metri di altitudine, in prossimità della via Appia e della Valle Caudina. Il loro rumine antico è capace di trattenere dall’erba gran parte dei nutrienti contenuti, quindi il latte è ricco di questi elementi e di omega 3. Le vacche sono molto belle e Palomma, la più carina e la più forte, fa da capofila e porta massimo rispetto a Susanna, la più anziana che approfitta della sua posizione per fare un po’ di dispettucci in giro. Questa è un’oasi felice dove la famiglia Savoia è riuscita a creare una buona armonia tra l’allevamento e le esigenze legate al fatturato. Il latte ha un sapore unico, straordinario, profuma di panna, al gusto sa di nocciola e burro. Nel proprio piano di lavoro la tecnologia avanzata è un’alleata preziosa, perché garantisce la salubrità degli animali e del latte, come dei formaggi. Il casaro di famiglia ogni giorno fila caciocavalli, prepara le caciotte stracchinate, pezzo forte dell’azienda, come il formaggio innovativo “lattica”, in produzione dallo scorso agosto e premiato quale eccellenza casearia dall’Assessorato all’Agricoltura della Campania. Nel punto vendita nelle tipiche carapine ci sono i gelati artigianali.
E’ a Somma Vesuviana la bellissima azienda della famiglia Romano che con grande passione porta avanti un tipico esempio di agricoltura tradizionale vesuviana. Gaetano è specializzato soprattutto nella produzione di pomodorini della varietà del Vesuvio, ma nel suo agro si preservano con cura molte varietà orticole e frutticole storiche del territorio. Sono custodi dei semi delle loro piante che riproducono ogni anno, un lavoro che preserva la biodiversità agricola locale. Sono molte le piante di albicocco e le loro varietà come la boccuccia, la prevetarella, fracassa, pellecchiella, vitillo, palummella, ceccona che insieme rappresentano un patrimonio prezioso e che purtroppo sta scomparendo. Centenari poi gli alberi di noce che in passato erano molto diffusi nel vesuviano, tra questi le varietà sorrento, malizia, tonda di san Martino, panella. Questo areale ai piedi del Monte Somma è fortemente legato alla produzione dell’uva catalanesca con la quale l’azienda Romano produce un vino bianco schietto e piacevole, fortemente identitario del territorio.
RuCasa1130 di Ciro Pirone, nata come progetto comunitario, fondato sui principi fondamentali della solidarietà e dell’autogestione, è una struttura che ha un carattere familiare. Da diversi anni partecipa al movimento “Genuino Clandestino”.
RuCasa1130 è un progetto che tende all’autosufficienza. Si fa un po’ di vino, si cura un orto, si produce olio, il tutto in maniera naturale. Si allevano polli, conigli, maiali e galline. Si produce pane, controllando tutta la filiera, si coltivano infatti GRANI e FRUMENTI ANTICHI. Si raccoglie la legna per le stufe. Si provvede gradualmente all’auto-costruzione della propria casa, provando a renderla un’opera d’arte collettiva e condivisa. Si abbelliscono i confini della terra con piante officinali, si fanno trasformati di frutta e si leggono fumetti (la struttura ha una biblioteca di fumetti e testi molto ricca). Luogo fisico, ma anche spazio virtuale di quotidianità e progettualità. Aperto a tutti quelli che credono nel progetto, anche solo per qualche giorno o per il tempo di una cena.
Brusciano è zona storica di produzione della papaccella napoletana e Vincenzo Egizio è diventato un simbolo di questa produzione. E’ riuscito, con la collaborazione di Slow Food, a portare grande qualità nella specializzazione di questa coltura da tempo molto apprezzata dai grandi chef e dai pizzaioli attenti alle eccellenze. Le papaccelle sono una varietà di peperone delle campagne intorno a Napoli e la zona di maggior produzione è quella vesuviana. Hanno forma molto decorativa: sono tonde, ricce e schiacciate con colori brillanti ed intensi che vanno dal verde, al giallo ed al rosso. La pezzatura va dagli 8 ai 12 cm. Guardandole sospese su di un campo, in duplice filare, disegnano uno scorcio agreste di grande impatto visivo. Sono molto profumate, hanno un sapore tendente al dolce e risultano molto digeribili. In zona si usava conservarle sotto aceto come riserva per tutto l’anno e proprio Brusciano è il comune che in passato si dedicava alla produzione di aceto da vino naturale. Oggi Vincenzo per le conserve propone le sue papaccelle anche grigliate e poi messe sott’olio, in questo modo mantengono il loro sapore integro. Nel suo campo, tra l’altro presìdio Slow Food, oltre alla papaccella troviamo fagiolo cannellino dente di morto di Acerra e antichi pomodori di Napoli.
Da oltre un secolo e mezzo la famiglia Sodano coltiva cinque ettari di terreno a Pomigliano d’Arco. La sua produzione vanta ben tre presidi SLOW FOOD: antichi pomodori di Napoli, papaccella napoletana, fagiolo cannellino dente di morto di Acerra. L’azienda aderisce alla comunità Slow Food degli ortolani napoletani, che raggruppa un piccolo numero di produttori intenti a recuperare, con un modello di agricoltura sostenibile, alcuni ecotipi di ortaggi di grande valore altrimenti destinati alla scomparsa.
Bruno, con la moglie e i figli, continua la tradizione della famiglia, che da generazioni lavora questi campi con operazioni quasi del tutto manuali, rispettose dell’ambiente e dell’integrità del prodotto.
Azienda di spicco nella produzione di vini e olio extravergine di oliva nell’area vesuviana. Sul suolo lapillico ai piedi della Valle dell’Inferno, Vincenzo Ambrosio e la sua famiglia portano avanti le varietà di uve tipiche del Vesuvio per produrre i loro ottimi Lacryma Christi bianco, rosso e rosato: falanghina, coda di volpe, piedirosso e aglianico. I vigneti e l’uliveto sono immersi nel Parco Nazionale del Vesuvio, circondati dal bosco di alti pini ad ombrello. L’azienda lavora in regime biologico certificato e la grande varietà di biodiversità del bosco arricchisce e potenzia l’identità territoriale dei vini e dell’olio extravergine. E’ possibile ammirare ancora la tipica pergola vesuviana nell’allevamento della vite, con piante che risalgono al primo impianto eseguito più di settant’ anni fa, poco dopo l’eruzione del 1944. Altra caratteristica preziosa del vigneto è che le piante sono a piede franco in quanto la fillossera non attecchisce sui suoli vulcanici, particolare che potenzia l’espressione territoriale dei vini.
Il Museo della Civiltà Contadina “Michele Russo” Arti, Mestieri e Tradizioni Popolari, è un’istituzione aperta al pubblico dal 1995 a Somma Vesuviana. Raccoglie circa 3000 oggetti, strumenti, attrezzi e reperti provenienti dall’area vesuviana e dalla provincia di Napoli, concernenti la cultura contadina riferita ad un periodo storico precedente l’introduzione delle macchine agricole sul campo coltivato. Il Museo, oltre a preservare la memoria legata alla società rurale conservando e rendendo fruibili al pubblico le testimonianze “materiali” e “immateriali” del mondo contadino, ha sempre rivolto la sua attenzione all’ambito didattico e laboratoriale, con iniziative appositamente studiate per rendere disponibile ai docenti e agli studenti delle scuole di diverso ordine e grado, un’offerta culturale che andasse incontro alle loro esigenze formative. Con l’esperienza maturata nell’arco di 15 anni di attività, dal 2009 ha iniziato ad improntare programmi di sviluppo museale rivolti agli studenti, ad un pubblico adulto e a fruitori culturalmente motivati, ampliando e potenziando la sua presenza sul territorio vesuviano attraverso l’avvio di progetti che hanno lo scopo di riformulare la concezione espositiva e comunicativa della collezione. Vengono documentati i sistemi di trasporto usati nel lavoro dei contadini e nelle attività di scambio e trasporto mediante animali da soma o con veicoli a trazione animale. Sono esposti basti e gioghi per bovini e per equini, singoli o doppi, e veicoli con ruote a trazione animale (carro, carretto a due ruote con timone a due stanghe). La ricca raccolta di oggetti antichi documenta il lavoro dedicato alla viticoltura, ai tanti mestieri legati al lavoro agricolo, strumenti dei lavori sull’aia, la lavorazione dei cereali e le attrezzature legate al ciclo della produzione-lavorazione del mais; oggetti tipici del focolare domestico della casa contadina: bilance, pentole, paioli, cucchiai, recipienti per la conservazione; strumenti musicali per l’esecuzione di tammurriate tradizionali e delle ritualità festive contadine.
Catello e Carmela sono agricoltori a Castellammare di Stabia dove coltivano la terra secondo i principi dell’agricoltura sostenibile. Sono fortemente impegnati nel sostenere e diffondere le pratiche di agricoltura rispettose dell’ambiente. I prodotti sono quelli tipici dei tanti orti storici di questo territorio, seguendo la loro stagionalità e sono custodi dei loro semi da diverse generazioni. Sono specializzati nella coltivazione del carciofo di Castellammare, presìdio Slow Food e fanno parte della filiera dei Mercati della Terra organizzati dalle diverse condotte Slow Food. Con i carciofi producono inoltre un tipico liquore molto apprezzato e richiesto.
Cresce ogni anno il numero dei soci di questa virtuosa associazione di contadini dediti alla produzione di pomodorino del Vesuvio, l’oro rosso del vulcano. I loro orti sono sparsi lungo i fianchi del Vesuvio e del Monte Somma e lavorati con pratiche rispettose dell’ambiente e delle tradizioni agricole locali. Questo pomodoro è reso straordinario dal suo sapore, unico per le caratteristiche conferite dal suolo vulcanico e dal clima soleggiato. La buccia coriacea gli consente di vivere in territorio siccitoso, ma soprattutto, di restare fresco dalla raccolta, tra luglio e agosto, fino a febbraio sui famosi piennoli. Da qualche anno tra i filari rosso vermiglio è arrivato il pomodorino giallo Giagiù, tornato naturalmente al suo colore originale.
La famiglia Sodano da diverse generazioni produce la nocciole nell’alto nolano. Avella ha una storia antichissima legata alla nocciola, basti pensare che in latino nocciola si dice Nux Avellana, o semplicemente Avellana. E’ quindi evidente che al tempo dei romani la nocciola fosse già molto diffusa in questo territorio fresco e boscoso. Ne parlarono nei loro trattati Catone e Plinio. Questa millenaria tradizione sviluppatasi nel vallo di Lauro e di Baiano, lungo un tratto dell’antico Clanis, ha prodotto un ricco assortimento di varietà: la mortarella, giffoni e camponica. Oltre alle nocciole, sono numerosi glia alberi di noce, anche queste richiestissime sul mercato per l’alta qualità.
Il Frantoio Torretta dal 1960 diffonde sul territorio nazionale un’arte antica, un’arte che la famiglia Provenza esercita da tempo, l’arte di produrre con passione e professionalità uno dei migliori oli italiani. Tradizione ed innovazione si fondono insieme per garantire un prodotto di eccellente qualità. Laddove la passione e la professionalità di una famiglia che di generazione in generazione tramanda l’arte della raccolta delle olive, coniugandola con i più rigorosi controlli richiesti dalla certificazione di qualità; un impianto attrezzato con le migliori tecnologie all’avanguardia le trasforma in un olio eccellente, apprezzato per le sue qualità organolettiche ed inserito tra i migliori oli al mondo. Il frantoio Torretta è dotato di un impianto di molitura moderno, realizzato con tecnologie innovative. Uno staff di tecnici qualificati segue il processo di trasformazione delle olive che provengono dagli ulivi secolari del vasto territorio della provincia di Salerno, nel paesaggio collinare che si estende tra Battipaglia, Montecorvino Rovella, Serre ed Eboli. Il Frantoio Torretta, che deve il nome alla località in cui sorge, oggi produce più tipologie d’olio, dalle etichette differenti e tutte di altissima qualità. Torretta, rappresenta oggi un marchio prestigioso e garantito, con l’obiettivo di perseguire la qualità e la trasparenza del prodotto, in favore dei consumatori. L’olio Torretta, infatti, oltre ad avere la certificazione Dop, ha ricevuto numerosi riconoscimenti come il Primo Premio al Sirena d’Oro di Sorrento e la Gran Menzione al prestigioso Sol D’Oro di Verona. Unico frantoio ad avere il Bar dell’Olio, a Battipaglia Bar a Huile è un punto di ritrovo per l’aperitivo a base di prodotti selezionati, dove ad accompagnare il gusto dell’extra vergine è l’enogastronomia di eccellenza della Campania. Il bar immerso nel frantoio propone diversi cocktails preparati con gli olii extravergini di oliva delle diverse cultivar Torretta.
Azienda specializzata nella produzione tipica del territorio, il pomodoro san marzano – il re dei pomodori. Viene ritenuto un po’ da tutti il più buono per il suo sapore pieno, solare, la sua acidità ben in equilibrio con gli altri sapori che lo rendono così speciale. Anche il san marzano deve il suo gusto straordinario al suolo vulcanico e al clima mite. E’ ideale per la conservazione in scatola e Solania è una azienda leader in questo settore grazie al processo di trasformazione attento a preservare le caratteristiche organolettiche dei pomodori. E’ un elemento molto presente nella cucina campana e alla base della dieta mediterranea. Ne esistono più ecotipi ed è la tipologia di pomodoro che rende speciale il sugo con il quale condire la pasta, la pizza o qualsiasi altra pietanza. Meno si cuoce e più è buono in quanto mantiene intenso il suo profumo straordinario ed il sapore pieno, dalla giusta proporzione tra dolcezza e acidità che lo rende così speciale. Oggi è talmente richiesto da non riuscire a coprire l’esigenza di mercato nazionale ed estero ed è presente nelle cucine dei migliori chef del mondo.
è un’azienda agricola nata nel 2013 dall’ispirazione di due giovani napoletani Giulia, titolare e agronoma, e Davide, fotografo freelance, che da un giorno all’altro hanno deciso di lasciare la citta? e cambiare vita all’insegna della natura e dell’agricoltura sostenibile.
L’azienda risiede a S.Martino Valle Caudina, un caratteristico borgo che sorge alle falde del monte Mafariello. La produzione principale di “Masseria della Contessa” e? rappresentata dai fagioli, per la precisione 7 varieta?, coltivate a mano ed essiccate al sole, secondo metodi tradizionali e nel rispetto dell’ambiente. I fagioli di Masseria della Contessa sono il frutto di una lunga ricerca sulle varieta? antiche del Sud America, varieta? che non sono mai state “modificate” dall’uomo nel corso dei secoli. Questi legumi sono stati portati qui e stabilizzati nei terreni dell’azienda che oggi produce delle varieta? di fagiolo uniche, dai tanti sapori, forme e colori.
Quella di Angelo Di Giacomo è una lunga storia di agricoltori legata alla terra nera e lapillaca del Vesuvio. L’ azienda è a carattere familiare ed alla quinta generazione di agricoltori specializzati nella produzione del pomodorino del piennolo. Angelo è custode del seme della varietà di pomodorini denominata proprio Giolì, in quanto è riconosciuto che la famiglia abbianoi selezionato il seme rinnovandolo nel tempo. Il pomodorino del piennolo del Vesuvio Giolì ha caratteri identitari ben riconoscibili e di altissima qualità. Già nell’aspetto si possono riscontrare tratti propri: è decisamente bello a vedersi per il colore rosso vermiglio, per il pizzo molto pronunciato, così come i fianchetti, e la buccia coriacea. Queste caratteristiche esterne consentono poi al pomodorino una buona permanenza sul piennolo per tutto l’inverno ed a primavera inoltrata, in quanto appassisce lentamente senza marciumi. Anche al gusto risulta particolarmente saporito ed ha un tipico gusto salino. Nella piccola azienda agricola, tra san Sebastiano al Vesuvio e Massa di Somma, il lavoro è totalmente manuale, particolare che consente di mantenere una qualità molto alta e di selezionare i pomodori più idonei.