MATTHEW HERBERT

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Assetato di curiosità, profondamente iconoclasta e assai bizzarro, Matthew Herbert è un artista onnivoro, a tutto tondo, che incarna perfettamente lo spirito di innovazione della musica.

Musicista, compositore, produttore discografico e DJ inglese, incentra il suo singolare stile sulla perlustrazione più radicale del suono, una ricerca che travalica decisamente ogni confine di genere. Attraverso questo suo modus operandi è capace di creare architetture sonore ipnotiche e sbalorditive, grazie a un fantasioso utilizzo del sampler. La sua fisiologica necessità comunicativa è quella di esprimersi tramite un linguaggio mai banale. Figlio di un fonico della BBC, Herbert cresce in un ambiente sommerso di cavi e microfoni. Durante il suo percorso evolutivo sviluppa un interessante concetto fondato sull’uso del rumore come strumento che genera e produce suono. A tal proposito, in un suo live, raccolse un pacco di patatine che stropicciò e strappò per catturare i rumori, trasformandoli in suoni. Da qui, estemporaneamente, prese  forma un brano minimal che suscitò lo stupore più assoluto del pubblico.

Il suo ricco background comprende gli ascolti più disparati, che spaziano dal punk al rock, dalla house music alla techno, dal pop alla musica classica, fino al jazz. Un manifesto del suo essere caleidoscopico e particolarmente estroso è rappresentato da un album del 1997, intitolato The Music of Sound, in cui assembla suoni provenienti da centri commerciali, sottopassaggi, aeroporti, bar affollati e oggetti vari. Un altro brillante manifesto della sua sconfinata e fervida fantasia è riconducibile a un disco dal titolo NudeThe Perfect Body. Per realizzare questo lavoro ha messo una persona nuda in una stanza, per tre giorni, registrando in audio tutte le sue attività quotidiane, comprese le esigenze corporali. Herbert ha vissuto l’esperienza di questo album come una sorta di liberazione, poiché l’apparenza estetica del corpo non assumeva un ruolo primario. Senza sapere se si trattasse di una donna, di un uomo,  senza vedere il colore della pelle o conoscere l’età, il fine ultimo di questa sua opera è la possibilità di potersi ascoltare come organismi viventi, oppure, per certi aspetti, come perfetti oggetti singolari. In tal modo, secondo il suo pensiero, ci si libera da alcuni limiti inconsci.

Per quanto concerne il jazz, come da lui stesso dichiarato, il progetto autenticamente legato a questo genere musicale lo ha dato alla luce con Enrico Rava e Giovanni Guidi. Il punto cardine di questo trio sperimentale è rappresentato dalla sua elettronica strettamente connessa al linguaggio declinato dal trombettista e dal pianista, una specie di trait d’union tra logica ed emozione, in cui Herbert sceglie il tempo impostando la sezione ritmica, percorrendo la via dell’interazione libera, orizzontale e costantemente cangiante. Molto attento e critico riguardo ad alcune tematiche politiche e sociali, si è espresso su questo concetto sottolineando il fatto che politica e musica sono sempre indissolubilmente collegate. Matthew Herbert, infatti, sostiene che la musica debba essere una forma di espressione attiva. Dal suo punto di vista, spesso, si tende a banalizzare la concezione di politica interpretata come qualcosa atta a provocare o a destabilizzare, ma la prospettiva da considerare è più ampia di una comoda riduzione a ciò che rappresenta la destra o la sinistra. Lui crede ci sia ancora parecchia musica che si occupa di stili di vita lussuosi e stereotipi di genere, ma vi è un’altra che tratta argomenti sul cibo geneticamente modificato e su nuove forme di rivoluzione sociale.

A suo avviso, tutto ciò che facciamo è una scelta politica: dal cibo che si decide di mangiare, ai viaggi intrapresi. Proprio sul tema alimentare, ha inciso un disco, Plat du Jour, dove condanna pesantemente la voracità del cibo usa e getta. Il suo impegno in ambito sociale lo testimonia sia attraverso dischi come The Mechanics of Destruction, in cui critica aspramente gli eccessi della cultura aziendale, ma anche con il suo progetto che definisce Intelligent Dance Music, nel quale invita all’abbattimento delle barriere. Altro album dal risvolto sociale è Scale, dove esorta l’ascoltatore a riflettere sulla condizione umana, sul dolore e sulla mortalità. Attivissimo con la sua big band, il primo prodotto lo realizza con la registrazione di Goodbye Swingtime, frutto di una commistione tra il jazz anni ‘30/’40 e la contemporanea arte digitale. Il secondo, invece, There’s Me and There’s You, coadiuvato dalla vocalist Eska, contiene sample raccolti con l’aiuto di settanta volontari, all’interno della House of Parliament a Londra, in una discarica e nell’atrio del British Museum. Di recente ha partorito un nuovo progetto, proprio con la sua big band, che intende essere foriero della protesta contro Brexit. La prima data è stata programmata appunto in Inghilterra, contestualmente all’approvazione dell’articolo 50. Successivamente si terranno una sfilza di concerti, sessioni di registrazione e workshop in Europa, con l’obiettivo di realizzare un disco che sarà prodotto ufficialmente nel giorno in cui la Gran Bretagna abbandonerà definitivamente l’Unione Europea nel 2019. Matthew Herbert è un personaggio a dir poco stravagante, trasversale, un artista che segue imperterrito la sua direzione senza mai assoggettarsi alle logiche commerciali del momento.

 

RAVA-HERBERT-GUIDI TRIO
Giovedì 27 luglio – Ore 19:00
Conetti Vulcanici di Pollena Trocchia – Carcavone
Info ed evento Facebook
I Conetti vulcanici del Carcavone si raggiungeranno con una navetta, dalla piazza di Pollena; e per assistere al concerto, nella cornice naturalistica unica e suggestiva, gli spettatori potranno accomodarsi sui cuscini forniti dall’organizzazione del festival. 

MATTHEW HERBERT DJ SET  
Sabato 29 luglio, ore 21:00
Parco delle Acque di Pomigliano D’Arco (NA)
Info ed evento Facebook
In vista del dj set di Matthew Herbert che chiuderà la serata, buona parte della platea del Parco delle acque cederà il posto ad un vasto open space, per muoversi liberamente sui suoni e sui ritmi di un “mostro sacro” della musica elettronica mondiale, che sarà la grande sorpresa della XXII edizione del Pomigliano Jazz in Campania.

MATTHEW HERBERT & ORCHESTRA NAPOLETANA DI JAZZ diretta da MARIO RAJA
Domenica 30 Luglio, ore 21:00
Parco delle Acque di Pomigliano D’Arco (NA)
Info ed evento Facebook

 
 
 
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